Tale pezzo di carta, per alcuni, pur se non è utile a provare l'eventuale voto di consenso al singolo candidato, può rappresentare uno strumento per controllare in qualche modo la competizione. Il ragionamento è questo: se c'è qualche meccanismo irregolare, l'unico modo pr verificare di aver comunque portato gente ai seggi, è quello della raccolta degli "scontrini". Una prova di "fiducia" o di avvenuto rispetto dei patti.
Alcuni giorni fa a lanciare l'allarme sul rischio di circolazione di soldi era stato l'assessore regionale Gugliemo Minervini, cui è seguita una dichiarazione pubblica di Antonio Decaro: "C'è una parte della città che sta vendendo il proprio voto - denunciò Decaro - e questa gente vende il futuro della città, dei propri figli". Da qui l'invito ad andare a voti per dimostrare l'assoluta integritù di una competizione popolare che doveva e deve essere libera da qualsiasi inquinamento.
La proposta non avrebbe trovato unanimità di opinione nel corso della riunione della commissione. Antonio Decaro ed Elio Sannicandro si sono detti favorevoli alla proposta di abolizione della ricevuta di votazione, mentre Olivieri si è opposto e ha minacciato di far saltare il tavolo delle primarie. La decisione è attesa domani mattina quando si riunirà nuovamente il comitato per il verdetto finale.
















