Sabato 06 Settembre 2025 | 16:01

In bici da Milano a Taranto, Francesco «Frank» Lotta e il suo «viaggio umano»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

#Scendogiùlabici è il progetto che lo speaker di Radio Deejay, originario di Monteiasi, sta raccontando a puntate su YouTube

Lunedì 29 Gennaio 2024, 07:00

TARANTO - «#Scendogiùlabici - da Milano a Taranto in solitaria»: parla da solo il titolo scelto da Francesco «Frank» Lotta, nato a Grottaglie, cresciuto a Monteiasi (Ta) e dal 2010 speaker di Radio Deejay, per uno dei suoi ultimi progetti. Viaggiatore incallito (gira il mondo e lo racconta in radio, nei libri, sui social), da due anni trascorre le vacanze di Natale pedalando lungo lo stivale per raggiungere la Puglia, terra che ha lasciato dopo l'adolescenza ma che porta sempre nel cuore. Lo scorso anno la «traversata» finì a Bari; nel dicembre 2023, dal 19 al 31, partendo dalla sede milanese di Deejay è arrivato invece nel capoluogo jonico, e su YouTube sta raccontando - in piccole puntate - il suo meraviglioso viaggio, soprattutto umano. Anche perché la generosità di Frank per Natale si è concretizzata nella sua «Foresta dei Viaggiatori» di Treedom, azienda italiana che consente a chiunque grazie al web di piantare alberi e prendersene cura.

«Sono partito da Milano alla volta delle Cinque Terre con la mia bici - svela alla «Gazzetta» - verso Lucca ho imboccato la via Francigena fino a Roma, per poi proseguire fino a Taranto. Una volta superato il confine di Altamura, mi sono sentito già a casa. Non avevo granché di organizzato: in Europa basta avere uno smartphone per prenotare un posto letto, anzi io ad esempio preferisco sempre fermarmi nei piccoli paesi, più che nelle città dove il contatto umano è meno immediato, si fatica di più». La cronaca del viaggio ci pensa Lotta stesso a raccontarla sul suo canale. Quello che non si vede, però, è ciò che rimane fissato nell'anima dopo un'esperienza del genere, gli incontri, le persone. «Tutti ti danno la possibilità di conoscere qualcosa in più di te stesso, e l'impatto di viaggiare in questo modo in un periodo in cui il consumismo è all'estremo, come durante le feste natalizie, è ancora più forte».

A livello tecnico, nonostante il lavoro in radio, non ha ascoltato nulla durante i tragitti: «Le cuffie sono l'unico strumento di emergenza che utilizzo - confessa - nel caso dovessi cadere. Mi sono anche "annoiato", ma fa parte del gioco, in 13 giorni quella poca musica la ascoltavo la sera, da fermo, mentre mangiavo la pizza o un pezzo di caciocavallo. Mi serviva per svuotare il cervello e rilassarmi. E pedalare è il relax più profondo, la bicicletta è una piccola culla, un moto cadenzato e circolare che ti garantisce tranquillità nello stare solo con te stesso. Un gran lusso».

Stare da soli nonostante la condivisione sui canali social e nel video, che rappresenta un minima parte di ciò che è l'esperienza nella sua totalità: «Mi piace condividere, ma con parsimonia. Pedalavo 10 ore al giorno, e facevo due minuti di Stories su Instagram. Per i video, poi, nonostante sia appassionato di produzioni e abbia fatto diversi corsi, ho preferito utilizzare lo smartphone, perché nel momento in cui incontri qualcuno, con una telecamera si perde la spontaneità».

La mèta del viaggio: Taranto, città che Frank ha vissuto da ragazzino con lo sguardo meravigliato di chi arrivava da un paese di 5mila anime. «Oggi dopo decenni apprezzo la dimensione umana e familiare - conclude - quando andavo a scuola in città prendevo l'autobus alle 6.50 con gli operai dell'Ilva per essere a scuola alle 8. Tornare a casa e rivedere il Castello Aragonese, il Ponte Girevole, l'attenzione che pian piano si sta accendendo su questa terra, è una bella emozione».

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