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Vaccino Coronavirus, strategie veloci per produrlo: le ricerche in campo

 
Enrica Battifoglia (Ansa)

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Enrica Battifoglia (Ansa)

Sperimentazioni parallele, tecnologie collaudate, sostanze adiuvanti e collaborazione: si cercano vie più rapide per il vaccino Coronavisru anti Covid-19

Mercoledì 15 Aprile 2020, 11:55

12:11

VACCINO CORONAVIRUS - Sperimentazioni parallele, tecnologie già collaudate, sostanze adiuvanti e collaborazione: si cercano le vie più rapide per arrivare al vaccino Coronavisru anti Covid-19. Lo stanno facendo tutti i gruppi impegnati nella ricerca sui 62 candidati vaccini inclusi nell’elenco stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Di questi sono due quelli arrivati alla sperimentazione clinica di fase 1 del vaccino Coronavirus, condotta cioè su un piccolo numero di volontari sani per verificare la sicurezza: sono i vaccini dell’americana Moderna, che conduce la sperimentazione in collaborazione con l’Istituto Usa di ricerca sulle malattie infettive (Niaid), e quello della cinese CanSino, con l’istituto di Biotecnologie di Pechino. Gli altri 60 sono in fase di sperimentazione preclinica.

E’ una lunga strada quella per il vaccino Coronavirus, ma mai come adesso la ricerca sta accelerando per trovare prima possibile una soluzione a «un’emergenza senza confini», come l’ha definita una delle massime autorità internazionali in tema di vaccini, Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D della Gsk vaccine.

Proprio la Gsk ha unito le forze con la Sanofi: i due colossi dell’industria farmaceutica hanno firmato oggi un accordo di collaborazione per accelerare la ricerca sul vaccino Coronavirus in modo da cominciare la sperimentazione clinica nella seconda metà dell’anno; in caso di successo il vaccino potrebbe essere disponibile nella seconda metà del 2021. «Se vogliamo sconfiggere questo virus - ha osservato Rappuoli - l’unica arma è la vaccinazione ma per eliminarlo dalla faccia della terra dobbiamo pensare a come proteggere le persone di tutti i Paesi del mondo, anche quelli più svantaggiati». L’accordo, da perfezionare nelle prossime settimane, prevede che la Sanofi contribuisca al vaccino con l’antigene alla proteina S, o Spike, che il coronavirus SarsCoV2 utilizza per aggredire le cellule, ottenuto con la tecnologia del Dna ricombinante. La Gsk mette a disposizione la sua tecnologia per l’adiuvante, la sostanza in grado di potenziare l’azione del vaccino, permettendo di produrre più dosi.

Accanto ai grandi gruppi industriali corrono per il vaccino Coronavirus realtà più piccole, come l’italiana Takis che, dopo i primi dati positivi sugli animali, si prepara nei prossimi giorni a un nuovo test, dopo il quale i campioni di sangue verranno analizzati nell’istituto Spallanzani per vedere se gli anticorpi sono in grado di bloccare il virus. Nell’elenco dell’Oms c'è anche l’altro vaccino italiano, della Reithera. C'è anche il vaccino delle britannica Jenner econdotto dall’Università di Oxford, le cui dosi per i test sono preparate in Italia dall’Irbm.

«Tutti stanno cercando strategie per accelerare la ricerca» sul vaccino Coronavirus, ha osservato l’amministratore delegato della Takis, Luigi Aurisicchio. Una delle vie possibili è adottare una tecnologia già utilizzata per altri vaccini, ad esempio per quelli contro la Mers, la malattia da coronavirus comparsa nel 2015. «Questo permette di accelerare la fase dei test preclinici». Un’altra possibilità, ha concluso, sono studi co-clinici, ossia studi di tossicologia fatti in parallelo negli animali e nell’uomo» (video Youtube - Canale3 Tv).

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