BARI - Dalle prime ore di questa mattina, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari e i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, a conclusione di complesse indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, con la collaborazione della Direzione Nazionale Antimafia, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 99 indagati, ritenuti capi e affiliati del clan Strisciuglio, nell’ambito di una vasta operazione antimafia condotta sulla città metropolitana di Bari.
L’indagine ha ricostruito gerarchia e attività illecite del clan tra il 2015 e l’attualità per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e Conversano, documentando estorsioni a commercianti, riti di affiliazione, conflitti con altri gruppi criminali, minacce e pestaggi per punire sodali infedeli, cattivi pagatori o risolvere questioni sentimentali.
A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c'erano i pluripregiudicati Vito Valentino e Lorenzo Caldarola, oltre ai referenti nei vari rioni e città della provincia (Alessandro Ruta, Saverio Faccilongo, Giacomo Campanale).
Tra gli arrestati, a 53 dei quali l’ordinanza è stata notificata in carcere, ci sono i figli del boss Caldarola, Francesco e Ivan, e Antonio Busco, ritenuto quest’ultimo uno dei fornitori di droga. L’ordinanza è firmata dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana. Nell’inchiesta che coinvolge complessivamente 147 indagati, sono contenute le dichiarazioni di 21 collaboratori di giustizia.
«I quartieri dove è attivo il clan Strisciuglio sono tuttora caratterizzati da un asfissiante controllo del territorio, che si manifesta attraverso le estorsioni esercitate in danno di numerosi piccoli imprenditori ed artigiani che hanno le proprie attività ed insediamenti produttivi in quelle aree: cantieri edili, commercianti, lidi balneari, attività di ristorazione, eventi ludici e concertistici».
E’ uno dei passaggi contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi a 99 affiliati al clan barese.
Tra i 40 capi d’imputazione contestati, a vario titolo, ai 147 indagati, ci sono cinque estorsioni: a una gioielleria (4 bracciali del valore di 20mila euro come prezzo della protezione); a una sala scommesse, imponendo slot machine fornite dall’indagato Baldassarre D’Ambrogio; al gestore di un garage (una moto); alla titolare di un bar (5 mila euro per aver offeso la moglie di un sodale, dopo averle danneggiato il locale e incendiato il portone di casa); il pizzo su un giro di prostituzione (10 mila euro per poter continuare l’attività).
L'EPISODIO SANGUINOSO - La violenta rissa tra 41 detenuti avvenuta nel carcere di Bari l’11 gennaio 2016, dopo la rottura dell’alleanza tra i clan Strisciuglio e Misceo, «ha rappresentato un punto di snodo fondamentale nelle dinamiche associative nel territorio barese».
L’episodio è ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi nei confronti di 99 affiliati al clan Strisciuglio.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia ha evidenziato il potere di intimidazione e la capacità del clan di esercitare un controllo anche all’interno delle carceri e «l'estrema rilevanza» proprio di quella rissa, nella quale rimasero feriti anche agenti di Polizia penitenziaria, «in grado di incidere in una sorta di riequilibrio del panorama mafioso barese, anche in relazione agli interessi connessi alle varie attività illecite». Da quel momento, infatti, sarebbe cominciata una «invasione» da parte del gruppo criminale barese su alcuni territori della provincia, soprattutto per impadronirsi delle piazze di spaccio.
E proprio dal carcere «i membri di vertice del clan Strisciuglio - si legge negli atti - continuavano a gestire le attività illecite, ad impartire ordini e direttive, non solo tramite le ambasciate comunicate all’esterno per tramite di familiari, ma anche utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente nelle carceri di tutto il territorio nazionale». Nella casa circondariale di Bari - hanno documentato le indagini e rivelato collaboratori di giustizia - entrava anche droga, lanciata con le fionde o, in occasione delle festività natalizie, con i droni.
«CITTA' PIU' LIBERA» - Oggi Bari è più libera» e «può guardare con più fiducia al futuro». Lo dichiara in una nota il sindaco di Bari Antonio Decaro, commentando il blitz di carabinieri e Polizia che all’alba ha portato all’arresto di 99 affiliati al clan Strisciuglio di Bari.
«Un colpo durissimo alla criminalità locale inferto grazie al costante e proficuo lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine - dice Decaro - A loro, ad ogni singolo operatore di giustizia, va il mio più sentito ringraziamento come sindaco e come cittadino perché oggi Bari, grazie al loro impegno, è più libera». "La giustizia nella nostra città è questa - continua il sindaco - : inquirenti e investigatori competenti, professionisti di eccellenza, donne e uomini che svolgono onestamente il loro lavoro e che servono lealmente lo Stato nel rispetto dei valori costituzionali sui quali hanno giurato».
DE RAHO: «RISPOSTA DOPO GIUDICE CORROTTO» - «Questa conferenza stampa viene qualche giorno dopo un fatto che ha colpito tutti noi: un magistrato che si è lasciato corrompere in varie occasioni è un vulnus nel sistema. Tuttavia di fronte a un fatto così grave, la risposta che si dà oggi dimostra come quello che è avvenuto sia un fatto totalmente isolato e che i magistrati continuano ad impegnarsi con capacità, impegno e sacrificio eroici, come fanno polizia, carabinieri e le altre forze dell’ordine».
Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, durante la conferenza stampa sui 99 arresti eseguiti all’alba nei confronti del clan mafioso Strisciuglio di Bari.
«Il sistema è talmente capace di reagire a qualunque interferenza e condizionamento, da creare un blocco forte» ha aggiunto De Raho, spiegando che «si è aperta una vera e propria guerra con la criminalità di Bari e anche di Foggia. L’impegno è annientare le mafie che lavorano in questo distretto».
IL RINGRAZIAMENTO DI EMILIANO - «Oggi la Direzione distrettuale antimafia e l’Ufficio gip del Tribunale di Bari hanno ribadito con forza il loro ruolo di presidio della legalità della nostra Regione. Desidero esprimere il mio plauso per l’ottimo lavoro svolto dagli agenti della squadra mobile della Questura di Bari e dai carabinieri del comando provinciale che in queste ore stanno eseguendo diverse misure cautelari emesse nei confronti di decine di persone affiliate a clan mafiosi». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commentando l'operazione in corso da questa mattina che ha permesso l'arresto di 99 persone con l’accusa di associazione mafiosa, armi, droga e estorsioni.
«L'operazione di polizia giudiziaria - ha spiegato Emiliano - ha evidenziato la perdurante attività negli ultimi due decenni dell’azione criminale del clan egemone sul territorio della città e della provincia di Bari. Sono state documentate estorsioni a commercianti, riti di affiliazione e conflitti con altri gruppi criminali». «Si tratta - ha concluso Emiliano - di un altro importante passo in avanti nella faticosa e continua azione di contrasto alla criminalità mafiosa. Giungano alla magistratura, alla polizia di Stato e all’Arma dei carabinieri i sentimenti di gratitudine, affetto e stima di tutto il popolo pugliese».