FOGGIA - «Mentre i bulli mi massacravano molti miei coetanei dell’epoca mi emarginavano, perché non era opportuno essere amici di uno sfigato e di un frocio – per proteggermi a mia volta mi sono chiuso in me stesso e auto emarginato, (o questo o la mia testa che sarebbe stato il trofeo della follia dei bulli) – mentre continuavano e continuano a chiamare la loro crudeltà col termine inappropriato di bravata. Nel mio caso di certo non lo era». Giuseppe Sciarra, classe 1983, è un regista foggiano che racconta in prima persona il bullismo vissuto realmente nel suo cortometraggio Ikos. Ad interpretarlo è l'attore romano Edoardo Purgatori (tra gli altri film La Dea fortuna di Ozpetek) in cui racconta che da otto anni fino ai quattordici anni è stato perseguitato da molti coetanei del luogo con violenze, umiliazioni e angherie, tutto perché dicevano che fosse gay. Gli episodi sono molto gravi perché oltre a essersi perpetrati negli anni sono sfociati in veri e propri atti delinquenziali.
«Nonostante il padre Antonio Sciarra, fosse uno stimato professore di italiano che aveva la stima delle famiglie più povere di Rodi Garganico, perché forniva loro un aiuto e prendeva a cuore le vicende dei loro figli - viene evidenziato in una nota stampa - questo non è bastato a salvare Giuseppe Sciarra dal demone del bullismo per il quale tenterà per ben due volte il suicidio, a quattordici e sedici anni. Una brutta storia di violenza che il regista e scrittore foggiano è deciso a portare avanti con una battaglia finalizzata a ottenere pene severe per i bulli».