BRINDISI - Momenti di tensione a Brindisi nella sala giunta del Comune, dove è scoppiata la polemica fra il vicesindaco Massimiliano Oggiano e decine di manifestanti che avevano partecipato ad un corteo contro la chiusura del Centro antiviolenza di Brindisi, organizzato dalla Cgil.
L’amministrazione comunale aveva convocato per le ore 12 una conferenza stampa per chiarire la situazione del servizio. Nel frattempo un gruppo di manifestanti, fra cui esponenti del sindacato e le lavoratrici della cooperativa che gestiva il servizio Cav, la Solerin, avevano dato vita a un sit in nel cortile di palazzo di città per poi salire verso la sala giunta.
I manifestanti chiedevano di assistere alla conferenza ma l'amministrazione ha acconsentito alla loro partecipazione solo dopo il termine della conferenza stampa.
I manifestanti hanno fatto quindi irruzione nella sala giunta e il vicesindaco Oggiano ha interrotto la conferenza: a quel punto è nata la polemica perché nel lasciare la stanza ha rivolto un bacio e un saluto ai presenti. Il gesto è stato interpretato come una provocazione. Il segretario generale della Cgil, Antonio Macchia, ha duramente condannato il comportamento del vicesindaco. “Una cosa così – ha dichiarato – non si era mai verificata”. Il sindacalista ha rimarcato che lo scopo dell’iniziativa era quello di “dar voce a tante donne che erano venute qui a testimoniare”.
Dopo qualche minuto i manifestanti hanno lasciato il comune e la conferenza stampa è ripresa. Successivamente è intervenuta la Digos.
Domani la vertenza sarà affrontata nell’ambito di un tavolo con i tecnici dei piani di zona della Regione Puglia per individuare le risorse finanziarie necessarie per proseguire con le attività del Cav.
Sdegno anche da parte di Maurizio Bruno Presidente del Comitato regionale permanente della Protezione civile: «Quel bacio al volo carico di strafottenza e arroganza rivolto dal vicesindaco di Brindisi Massimiliano Oggiano, alle donne che protestano contro la chiusura del Centro Antiviolenza, è quanto di più volgare e squallido si possa immaginare. Mentre tutta Italia si interroga su come incrementare la sicurezza delle donne, sempre più vittime della violenza maschile, a Brindisi si decide di chiudere un Centro che le donne le protegge e accoglie da anni. Chiudere quel centro non significa solo cancellare un presidio contro la violenza nel nostro capoluogo. Ma significa anche lasciare senza lavoro chi per quel Centro ha dato tutto».