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Prefettura Bari organizza accoglienza profughi ucraini, le associazioni: «Da sabato portateci solo farmaci»

 
Redazione online

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Parlano Tetiana Shyrokykh e Inna Honcharenko che hanno avviato una raccolta di viveri da inviare al fronte. Intanto la Prefetta con il sindaco Decaro hanno messo a punto un progetto di censimento per i profughi che scappano da Kiev

Giovedì 03 Marzo 2022, 16:06

20:09

BARI - Scatta la macchina della solidarietà a Bari per aiutare i profughi in fuga dall'Ucraina e anche chi è bloccato al fronte. Le attività partono dal basso con un tam tam lanciato per raccogliere cibo, vestiti e farmaci. A mobilitarsi è in primis il popolo ucraino residente nel capoluogo pugliese che però accusa il Comune di Bari di disinteressarsi a questo tipo di iniziative. A parlare ai nostri microfoni sono Tetiana Shyrokykh e Inna Honcharenko che in questi giorni, grazie alla concessione di un commerciante di Bari, Michele Grimaldi, ha permesso loro di usare dei locali sfitti in via Giulio Petroni per accumulare viveri e beni di prima necessità da spedire in Ucraina. Le due donne nonostante lo slancio del popolo barese che si è mobilitato in prima persona offrendo una mano per la raccolta dei beni, chiedono al sindaco Decaro un aiuto più concreto: «Ci deve concedere dei locali per immagazzinare più merce possibile da mandare ai nostri amici e parenti in Ucraina». (I video sono stati realizzati dal nostro Flavio Campanella)

APPELLO ACCOLTO - Dopo la richiesta di aiuto da parte di Inna e Tetiana, nel pomeriggio, c'è stato un incontro tra le referenti dell'associazione e il Comune di Bari, trovando un punto d'intesa. In via Giulio Petroni e in via Nicolai si continuerà soltanto con la raccolta di cibo, soprattutto per bambini, fino a tutta la giornata di venerdì.

«Da sabato - spiegano dall'Associazione Italia-Ucraina - saremo a disposizione per ricevere invece soltanto i farmaci. Tutto il resto dovrà passare dai canali ufficiali così come stabilito nell'incontro odierno in Prefettura, anche perché non sappiamo più dove mettere gli indumenti. Nel frattempo, l'Amministrazione si è impegnata a trovare locali più idonei per consentirci di gestire l'enorme mole di prodotti provenienti da tutta la provincia. Ci raccomandiamo - concludono -. Da sabato portateci solo medicinali. Continueremo a farli arrivare in Ucraina».

In contemporanea dalla Prefettura di Bari si è aperto un tavolo per organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra realizzando un piccolo 'database' dove le famiglie che arriveranno a Bari potranno registrarsi, e prevedendo uno screening sanitario Covid con tamponi ed eventualmente vaccini. Sono le proposte di cui sta discutendo il tavolo convocato in Prefettura con forze di polizia, Regione, Comune, Asl, 118, Caritas e Croce Rossa. Nella riunione, ancora in corso, è emersa la principale difficoltà nella gestione di questa fase dell’accoglienza: «Non riusciamo a intercettare queste persone» ha detto la prefetta Antonella Bellomo, lanciando «un appello agli enti e associazioni per creare un patto tra istituzioni». Il metodo potrebbe essere quello di «un piccolo database - ha detto la prefetta - dove far affluire le notizie per dire a queste persone di registrarsi». "L'esigenza primaria - ha detto il questore Giuseppe Bisogno - è dare a queste persone un tetto e assistenza sanitaria». Il modello potrebbe essere quello dell’accoglienza già sperimentato la scorsa estate per i profughi afghani. Alla riunione partecipa anche il sindaco di Bari e presidente nazionale Anci Antonio Decaro.

LE PAROLA DELLA PREFETTA - «Verrà ampliata la rete di accoglienza dei Cas per i profughi ucraini, come abbiamo già fatto la scorsa estate con i profughi afghani, tramite un avviso pubblico che la Prefettura ha adottato per strutture che possano offrire vitto, alloggio e servizi di pulizia. Abbiamo raccolto anche la disponibilità delle strutture religiose, della Asl a effettuare i necessari screening sanitari e eventualmente le vaccinazioni». Lo ha spiegato la prefetta di Bari, Antonella Bellomo, a margine della riunione in Prefettura per organizzare l'accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. "Abbiamo già registrato una grande generosità dei cittadini di questo territorio ma abbiamo la difficoltà in questo momento ad avere numeri precisi. Sappiamo - ha detto la prefetta - che alcune persone sono già arrivate e sono state ospitate dai parenti che sono qui residenti. Stiamo quindi cercando di far arrivare loro la notizia che possono registrarsi in Questura per avere il permesso di soggiorno temporaneo per un anno». "Lavoreremo con i sindaci - ha aggiunto Bellomo - , ai quali chiederemo di darci una mano per agevolare questo percorso e sopperire alle esigenze che man mano si presenteranno, per esempio bambini piccoli ai quali completare il ciclo vaccinale o far frequentare strutture scolastiche». 

LA REPLICA DI DECARO - «Il sistema dell’accoglienza a Bari e in tutta Italia, come ha chiarito il Ministero dell’Interno, si farà attraverso i Cas a gestione prefettizia e attraverso i Sai a gestione comunale, due tipologie di strutture che fanno accoglienza da sempre e sono state allargate ai profughi afghani qualche mese fa, adesso saranno allargate alle persone che arrivano dall’Ucraina». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro, a margine della riunione in Prefettura per organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. "Per quanto riguarda gli aiuti - ha aggiunto Decaro - stiamo cercando di canalizzarli, come Comuni, attraverso la Croce rossa, su un conto corrente oppure un messaggio di solidarietà, perché gli unici aiuti che al momento ci vengono richiesti sono di tipo sanitario per l’acquisto di farmaci, non stiamo raccogliendo indumenti o generi alimentari». A Bari «non abbiamo un numero di persone in arrivo. Sappiamo di alcuni casi di ricongiungimenti famigliari, ieri per esempio è arrivata ai servizi sociali una richiesta di una mamma con un bambino, ma non c'è un flusso di arrivi». 

TARGA PUTIN? È POLEMICA - «Non sono favorevole a cancellare pezzi di storia, si potrà magari mettere accanto una epigrafe per spiegare la posizione della città rispetto a quella targa». Ha aggiunto a margine della riunione in Prefettura sull'accoglienza dei profughi ucraini il sindaco, alla domanda dei giornalisti sulla petizione online lanciata a Bari, che ha già superato le 12mila firme, per rimuovere la targa con la firma di Putin dalla statua di San Nicola, nella città vecchia, che fu donata dal presidente della Federazione russa. «Come gesto di solidarietà nei giorni scorsi ho voluto portare i fiori sotto la statua di San Nicola - ha ricordato il sindaco - che ha una valenza simbolica perché è il santo delle imprese audaci, della fratellanza, dell’unione tra oriente e occidente, e anche perché quella statua era stata regalata alla città di Bari da Putin, ma credo che cancellare pezzi di storia non sia mai opportuno, tranne in casi del tutto eccezionali». 

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