Roma, 8 dic. (Adnkronos) - E' stata una giornata speciale per Ciro Immobile all'Olimpico, così come la maglia celebrativa che l'attuale capitano della Lazio Mattia Zaccagni ha consegnato, con tanto di numero 17 che ha contraddistinto Ciro in passato. L'ex biancoceleste torna all'Olimpico con la maglia del Bologna ma tutti gli hanno fatto sentire il calore, dopo un apporto indelebile di otto anni, 207 gol e 55 assist in 340 presenze. E anche il giorno dopo sono centinaia di migliaia i like per la consegna della maglia, perché all’Olimpico si è respirato qualcosa che andava oltre la celebrazione. Era un ritorno, un cerchio che si chiude e insieme si riapre. Perché quella di ieri è stata la prima volta in cui Ciro Immobile ha riabbracciato il suo pubblico nel suo stadio, dopo la scelta di lasciare la Lazio per la Turchia e ora per il Bologna. Un passaggio emotivo non banale, gestito con una delicatezza che merita di essere riconosciuta.
La serata non è “accaduta per caso”, è stata scritta. E la regia è stata nettissima: quella della società, che ha scandito tempi, sequenze e intensità con una precisione visto i tempi contingentati e le innumerevoli iniziative pre-partita che c’erano. Il primo atto è arrivato prima del riscaldamento: Immobile che torna sotto la sua gente, offre un saluto che non ha bisogno di parole e riceve un abbraccio che sembrava aspettarlo da mesi. Un gesto semplice, incorniciato e valorizzato proprio dal fatto che fosse collocato nel momento giusto, senza sovrapposizioni.
Il secondo atto, previsto alla fine del riscaldamento, è stato l’apice emotivo. Il capitano Mattia Zaccagni che consegna a Ciro una maglia commemorativa studiata per l’occasione dalla Lazio. Una scena forte, pulita, potente. Le telecamere dei broadcaster l’hanno ripresa da ogni angolo, con il passaggio di consegna ideale tra il vecchio capitano che saluta il nuovo capitano. Poi la voce dello speaker ufficiale, che ha fatto ciò che sa fare meglio: trasformare l’attesa in un’ovazione. Con il consueto invito a chiamare “Ciro”, come lo stadio ha fatto per più di 200 gol, l’Olimpico si è ricompattato in una sola voce, riconoscente e affettuosa. Per qualche minuto, Immobile è tornato al centro del suo mondo. E il suo mondo e la società che l’ha definitivamente affermato ha risposto con la gratitudine che si riserva ai simboli veri: quelli che hanno scritto la storia.
















