Lunedì 29 Settembre 2025 | 23:12

Netanyahu: «Accetto il piano di Trump per fermare la guerra»

 
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Netanyahu: «Accetto il piano di Trump per fermare la guerra»

Il leader israeliano: «E' coerente con i nostri obiettivi»

Lunedì 29 Settembre 2025, 21:25

21:52

«Accetto il tuo piano per mettere fine alla guerra a Gaza»: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump, elencando alcune delle principali condizioni previste. e sottolineando che il piano «è coerente con gli obiettivi di Israele». 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo oggi alla conferenza congiunta con il presidente Donald Trump alla Casa Bianca, ha ringraziato gli Stati Uniti per il sostegno nella gestione della crisi a Gaza e ha ribadito la sua ferma opposizione alla creazione di uno Stato palestinese. "Voglio ringraziare il Presidente Trump per avermi ospitato nuovamente alla Casa Bianca e per la sua amicizia e leadership", ha detto Netanyahu. Il premier ha sottolineato l’importanza del piano di pace proposto da Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, riportare tutti gli ostaggi e smilitarizzare l’area: "Crediamo che questo piano rappresenti un passo cruciale verso la sicurezza e la stabilità della regione". Netanyahu ha inoltre espresso apprezzamento per il coinvolgimento dei Paesi arabi e musulmani e per il coordinamento internazionale che accompagna l’accordo, auspicando che l'attuazione del piano possa aprire un nuovo capitolo di pace e cooperazione in Medio Oriente: "Spero che possiamo finalmente costruire un futuro di pace e prosperità per tutti".

Hamas ha dichiarato di non aver ancora ricevuto il piano di pace per Gaza presentato dal presidente americano Donald Trump. Mahmoud Mardawi, esponente del movimento, ha spiegato ad Al Jazeera che il gruppo non è stato informato dell’iniziativa prima del suo annuncio ufficiale. Mardawi ha aggiunto che le disposizioni contenute nella proposta "sono vicine alla visione israeliana per porre fine alla guerra".
Secondo Mardawi, "quanto accaduto è un tentativo di soffocare la spinta internazionale e il riconoscimento dello Stato palestinese. Non accetteremo alcuna proposta che non includa l’autodeterminazione del popolo palestinese".

IL PIANO

Una Striscia di Gaza «riqualificata» e senza Hamas, che «non rappresenti più una minaccia» per Israele e i suoi vicini. E’ il punto 1 del piano stilato dall’amministrazione Trump per porre fine alla guerra. E che, nella versione pubblicata dalla Casa Bianca, ha perso uno dei 21 paragrafi circolati sui media nei giorni scorsi. Tra le novità emerse, si prevede tra l’altro che lo stesso Trump guidi il nuovo meccanismo di transizione per Gaza, il Board of Peace, “insieme ad altri membri e capi di Stato, tra cui l’ex premier britannico Tony Blair».
Se entrambe le parti accetteranno la proposta «la guerra cesserà immediatamente», assicura il punto 3. «Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi», vivi e morti, che dovrà avvenire - recita il punto 4 - «entro 72 ore» (e non più le 48 previste dalle indiscrezioni della vigilia). In cambio (punto 5) Israele rilascerà 250 palestinesi che scontano l’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre. Inoltre, per ogni ostaggio israeliano morto restituito, Israele consegnerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
Il punto 6 prevede che Hamas deponga le armi. Ai miliziani “che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l’amnistia», e «sarà garantito un passaggio sicuro» a chi sceglierà l’esilio.
Sul piano umanitario (punti 7-8) «tutti gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità saranno coerenti con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025». L’ingresso e la distribuzione «avverranno senza interferenze da parte delle due parti attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali» non associate né a Israele né a Hamas. E sarà riaperto il valico di Rafah.
Al punto 9 viene descritto il nuovo organismo di transizione, composto da «un comitato palestinese tecnocratico e apolitico“ per la gestione quotidiana dei servizi alla popolazione, e «con la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il ‘Board of Peacè», presieduto e guidato appunto da Trump e Blair.
I punti 10 e 11 parlano di «un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rivitalizzare Gaza» elaborato con «un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti città moderne del Medio Oriente». Si citano “molte proposte di investimento» e «idee di sviluppo entusiasmanti» che «saranno prese in considerazione». Sarà inoltre «istituita una zona economica speciale con tariffe di accesso preferenziali da negoziare con i paesi partecipanti».
«Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e coloro che desiderano andarsene saranno liberi di farlo e liberi di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore», si legge nel punto 12. Mentre i paragrafi 13 e 14 ribadiscono che Hamas «non avrà alcun ruolo, né direttamente né indirettamente», Gaza sarà «smilitarizzata» e «i partner regionali forniranno la garanzia“ per assicurare che la «Nuova Gaza» non rappresenti più «una minaccia».

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