Mercoledì 01 Ottobre 2025 | 14:22

Da Saturo (Leporano) a Taranto in autobus, per i pendolari è un'odissea: le famiglie degli studenti scrivono a Kyma Mobilità

 
Maria Pamela Giufrè

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Maria Pamela Giufrè

Da Saturo (Leporano) a Taranto in autobus, per i pendolari è un'odissea: le famiglie degli studenti scrivono a Kyma Mobilità

«Noi genitori siamo disposti ad una colletta per aiutare a risolvere questi pesanti difetti di comunicazione»

Mercoledì 01 Ottobre 2025, 11:41

Autobus che non passano regolarmente, che giungono alla fermata senza numero o cartello, avvisi attaccati a spot per fornire comunicazioni dell’ultim’ora.

L’odissea degli studenti-pendolari che da Saturo, zona Leporano, devono ogni mattina raggiungere in autobus gli istituti scolastici di Taranto, raccontata (e documentata) da un gruppo di genitori del posto. Mamme e papà non necessariamente lavoratori, che vorrebbero rendere autonomi i loro figli, ma che non possono contare sul supporto del trasporto pubblico. Anzi, corrono il rischio di penalizzare i loro ragazzi perché, quando arrivano a scuola in bus difficilmente non sono in ritardo. I genitori hanno già scritto alla direzione di Kyma Mobilità segnalando disagi e mancanze.

«Mia figlia - scrive una mamma - dovrebbe salire su un bus che parte da Leporano per arrivare in città. Il mezzo in questione è il BF2, ma ogni giorno succede qualcosa di nuovo».

Le problematiche si ripetono dalla prima settimana di scuola. Inizialmente le famiglie hanno prestato pazienza convinte che, prima o poi, l’organizzazione sarebbe migliorata.

«L’altro lunedì - dice ancora la signora - il BF2 non è passato, ma nell’attesa è arrivato un altro bus, anch’esso senza un nome e senza un cartello che indicasse su quale mezzo si stesse per salire. Solo dopo mia figlia avrebbe scoperto che si trattava del BH3. L’autista si è scusato del fatto che non avesse il cartello con la dicitura BH3, ma intanto aveva mandato in confusione gli studenti in attesa alla fermata. Per caso, abbiamo tra l’altro scoperto che il BF2 era già passato, ma non all’orario previsto».

Il mistero si è risolto ad un’altra fermata: «Su un foglio apposto al palo era scritto che dal giorno seguente il bus sarebbe partito alle 6:35 invece delle 6:45. Peccato però che il cartello non facesse riferimento al numero di autobus interessato al cambio d’orario».

«Non ci si rende conto - spiega un papà il cui figlio ha riscontrato lo stesso disagio - che la superficialità di uno può danneggiare molti altri. L’aver deciso di anticipare la corsa senza un congruo preavviso, l’aver affisso l’informazione solo ad alcune fermate, non averlo integrato nell’app come informazione o messaggio importante, non aver indicato sull’affissione il nome del bus, non aver integrato molti bus del cartello indicante il nome, non aver integrato tutte le corse esistenti nell’app, non aver indicato tutti i nomi dei bus sui cartelloni delle fermate: sono tutte azioni che, se compiute, avrebbero potuto aiutare i nostri figli studenti-viaggiatori. Tra app, informazioni affisse e informazioni visive, i ragazzi non si ritroverebbero adesso a sentirsi e, di fatto, ad essere, abbandonati da una società di trasporti dove la penuria di informazioni lede pesantemente la loro giornata scolastica e quella lavorativa dei genitori».

Le famiglie lanciano una provocazione: «Noi genitori di figli pendolari siamo disposti ad una colletta se può servire ad aiutare la società a risolvere questi pesanti difetti comunicazione. Se volete - dicono a Kyma in modo sarcastico - potremmo stamparvi i cartelloni con i nomi dei bus e poi potremmo operare sull’app come Wikipedia con integrazioni volontarie in supporto ai viaggiatori. Infine potremmo pubblicizzare, sui gruppi whatsapp, i cambi d’ora e/o altre vicissitudini, in modo da sostenere l’azienda, che ad oggi crea molto malcontento in tutto il paese».

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