Lunedì 22 Settembre 2025 | 14:12

Taranto: «Le auto della concessionaria Ventriglia bruciate su mandato di Verdolino»

 
FRANCESCO CASULA

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FRANCESCO CASULA

Taranto: «Le auto della concessionaria Ventriglia bruciate su mandato di Verdolino»

Depositate le motivazioni della sentenza sugli esecutori e l’organizzatore dei roghi: Nicola Insito e Cosimo Giodetti sono ripresi dalle telecamere che appiccavano materialmente l’incendio

Lunedì 22 Settembre 2025, 12:13

TARANTO - Nicola Insito e Cosimo Giodetti sono i soggetti ripresi dalle telecamere che appiccavano materialmente l’incendio delle autovetture all’interno della Concessionaria Ventriglia e nell’atrio condominiale di via Virgilio ma riconducibili alla stessa impresa: un'azione organizzata da Stefano Depane «su mandato» di Giulio Verdolino (per il quale è in corso un procedimento separato), competitor di Ventriglia nei confronti del quale «nutriva forte risentimento».

È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con la quale la giudice Gianna Martino ha emesso a giugno scorso una serie di condanne per i fatti avvenuti nella tarda serata del 31 gennaio e del 2 febbraio 2022: tra queste, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, il magistrato ha inflitto 4 anni di reclusione a Giodetti, 3 anni a Insito e infine una condanna a 5 anni e 2 mesi per Stefano Depane che oltre agli incendi doveva difendersi anche dalle accuse di usura ed estorsione. Pene che hanno sostanzialmente confermato la tesi ricostruita dalla procura e in particolare dai pubblici ministeri Maria Grazia Anastasia (che coordinò le indagini) e Francesco Ciardo (che ha rappresentato l'accusa in aula).

Nelle 44 pagine che racchiudono la motivazione, la giudice Martino ha evidenziato come gli elementi raccolti dalla Squadra mobile consentono di giungere alla responsabilità penale dei tre. In particolare il magistrato ha fatto riferimento alla «stretta contiguità temporale fra le azioni delittuose poste in essere da Insito Nicola e Giodetti Cosimo e le chiamate al Depane effettuata dal Giodetti» in una delle quali quest'ultimo rassicurava Depane in modo «criptico e allusivo» dicendo «Tutto a posto». Non solo. Dopo le perquisizioni in casa dei due esecutori materiali, Giodeti contattò telefonicamente Depane che poco dopo si recò nellqa concessionaria di Verdolino: «Incontri – scrive la giudice - che, come emerso dall’analisi dei tabulati telefonici e delle celle telefoniche agganciate dalle rispettive utenze, avvenivano anche all’indomani di entrambi gli episodi incendiari ai danni del Ventriglia. Tutto ciò è ancor più significativo tenuto conto della totale assenza di comunicazioni telefoniche tra i due» e soprattutto perchè «Depane non era solito frequentare la concessionaria».

Per il magistrato, quindi, non c'è nessun altra «ricostruzione che quella più logica e chiara che vede anche il Depane consapevolmente coinvolto negli episodi delittuosi quale organizzatore degli stessi su mandato del Verdolino» suffragata anche dal fatto che Giodetti e lo stesso Depane scelgono di non farsi vedere insieme dopo le perquisizioni per non offrire ai poliziotti elementi di riscontro: «Non facciamoci vedere insieme – ordina Depane - che poi tutti ci vanno trovando».

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