Martedì 16 Settembre 2025 | 11:51

L'ex direttore Magistà su Rai 3: «Cozze di Taranto alla diossina». È polemica. Lui risponde e ne assaggia una in video

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

Magistà lascia Telenorba dopo 49 anni. Il congedo: «Mi scuso per gli errori, dato voce al territorio»

Confapi e Confcommercio contro il giornalista. «Tutte le nostre cooperative sono coperte da autorizzazioni sanitarie, noi abbiamo tutti bollettari e certificati Asl»

Martedì 16 Settembre 2025, 09:49

10:21

Taranto rinvia al mittente le dichiarazioni di Vincenzo Magistà sulle cozze di Taranto «allevate nel Mar Piccolo inquinato dalla diossina». In questo «dissing della cozza» contro l’ex direttore di Telenorba si sono scagliati non solo i produttori e il Comune, ma anche associazioni di categoria e cittadini illustri a difesa del mitile che da anni è diventato presidio Slow food.

«I mitilicoltori – ha replicato nervosamente, Francesco Marangione, referente della categoria di Confapi Taranto – fanno tanto per uscire dall’anonimato e dall’abusivismo, per poi assistere a chi con facilità infierisce sulla fatica e sui sacrifici dei lavoratori, che con le proprie forze stanno risollevando il settore. Ma deve essere definitiva la smentita: tutte le nostre cooperative sono coperte da autorizzazioni sanitarie, noi abbiamo tutti bollettari e certificati Asl. Siamo stanchi di questa onta e agiremo per le vie legali». Dello stesso parere Confcommercio Taranto che ha fatto sapere: «Chiunque, per motivi di visibilità o altro, contribuisca a infangare il percorso di rinascita di Taranto, si rende complice di un danno incalcolabile; in ragione di ciò che Confcommercio Taranto ha dato mandato ai propri legali». Non un grande endorsement per Magistà, che si candida ad essere uno dei nomi del centrodestra per la corsa alla presidenza della Regione Puglia.

I fatti risalgono a domenica mattina, quando l’ex direttore di Telenorba, ospite della trasmissione “Mi manda Rai3” dedicata all’abusivismo delle pastaie di Bari Vecchia, aveva dichiarato: «Noi pugliesi mangiamo le cozze di Taranto, non ce le togliete assolutamente, ma vengono allevate nel Mar Piccolo che è inquinato con diossina, però noi continuiamo a mangiarle».
A portare all’onore delle cronache la dichiarazione di Magistà è stato un post social della giornalista enogastronomica, Monica Caradonna. «Io mi aspetto – ha detto nel suo video – dall’ex direttore di Telenorba, che è un giornalista, che prima di diffamare una categoria, una città e un progetto di riqualificazione e di rinascita di un territorio, verifichi le carte. Le acque di Taranto – ha aggiunto Caradonna – sono le più controllate d’Italia, con 52 punti di controllo in cui vengono fatte le verifiche da Asl e autorità competenti».

Eppure dei dati Magistà in trasmissione sembrava piuttosto convinto. A nulla, infatti, erano valse le proteste della chef Cristina Bowerman, presente in studio, che ha cercato di difendere la cozza tarantina e la bontà della sua produzione. Magistà ha incalzato la donna dicendole di guardare i dati di Arpa Puglia. Non si è fatta attendere la replica dell’Asl di Taranto che dal 2011 ha elaborato, insieme alla Struttura Commissariale, la Guardia Costiera, il CNR di Taranto e Arpa Puglia, piani mirati di controllo sanitario della filiera della mitilicoltura, proprio per scongiurare l’immissione in commercio e il consumo di prodotti non rispondenti ai criteri di sicurezza alimentare. «I mitili – ha scritto l’Azienda Sanitaria locale in una nota – provenienti dai circuiti autorizzati rispettano tutti i parametri di sicurezza alimentare e resta sempre alta l’attenzione nei confronti degli operatori che non ottemperano alle disposizioni di legge». Chiarimenti arrivano anche dall’assessore comunale alle Attività produttive Francesco Cosa, che con una nota ha spiegato che se da un lato il Primo Seno del Mar Piccolo sia da anni sottoposto a restrizioni sanitarie e a monitoraggi stringenti per la presenza di diossine e Pcb, tuttavia non tutte le cozze allevate a Taranto sarebbero inevitabilmente contaminate. «Arpa Puglia – scrive l’assessore - insieme agli altri enti competenti, effettua controlli sistematici e annuali sullo stato delle acque e sui mitili, come previsto dalla normativa nazionale ed europea. Il sistema di tracciabilità e vigilanza oggi in vigore impedisce la commercializzazione di prodotti non conformi, e assicura che soltanto i mitili rispondenti ai requisiti di legge arrivino sul mercato e sulle tavole dei consumatori. Peraltro, le acque del secondo seno dove si completa la crescita della cozza sono classificate “A”: ciò significa che i mitili una volta prelevati dal mare possono essere portati direttamente ai centri di spedizione o di trasformazione senza subire il processo di stabulazione».

Magistà risponde alle polemiche (e assaggia la cozza)

Nella sua rubrica Il Fatto, Enzo Magistà è intervenuto per chiarire le polemiche sorte in seguito al intervento nella trasmissione Mi Manda Rai Tre. A conferma dei mitili coltivati in quell’area, Magistà ha concluso la sua rubrica assaggiando una cozza tarantina. «Intanto io non ho mai detto “non mangiate le cozze di Taranto”. Ho detto esattamente il contrario: che io le mangio le cozze di Taranto», dice Magistà nel suo intervento. Ho detto, è vero, che però vengono allevate in un seno del Mar Piccolo – il primo seno del Mar Piccolo – che è inquinato. E questo non lo dico io, poi vi farò vedere delle carte. [...] Ho trovato solo queste, ma ce ne sono anche altre: quattro ordinanze della Regione Puglia. Lo conoscete il marchio della Regione Puglia? Guardatele. Sono quattro ordinanze. Sapete le date che portano? Adesso ve le dico: una del marzo 2016, l‘altra del settembre 2018, l’altra ancora del settembre 2021, l’altra ancora del settembre dell’anno scorso». 

«Se le mangio, e se invito a mangiarle, e se dico “non ce le toccate”, evidentemente è perché so benissimo che le cozze di Taranto non sono alla diossina, anzi sono commestibili.»

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