Ha scelto di rimanere in silenzio durante l’interrogatorio con il magistrato inquirente, l’autotrasportatore tarantino di 57 anni Umberto Efeso, che mercoledì 13 agosto ha ucciso a La Spezia l’ex moglie, la 54enne tarantina Tiziana Vinci, con tre coltellate al fianco. Indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, l’uomo si era costituito a poche ore dal delitto, presentandosi spontaneamente alla caserma dei carabinieri di Ceparana, mentre i militari dell’arma gli davano ancora la caccia dopo l’allarme dato da un collega della vittima. Il 57enne che, come detto, si è avvalso della facoltà di non rispondere con il pubblico ministero Claudia Merlino, dovrà comparire nelle prossime ore dal gip per la convalida del fermo.
Con precedenti per maltrattamenti in famiglia, una denuncia per stalking a giugno, l’uomo era inoltre sottoposto ad ammonimento con divieto di avvicinamento alla ex moglie, ed era obbligato a indossare un braccialetto elettronico che avrebbe dovuto segnalare la sua presenza in prossimità della vittima attivando l’intervento delle forze dell’ordine: un dispositivo introdotto a salvaguardia delle vittime di violenza di genere che, tuttavia, non funzionava da diversi giorni. Nonostante le segnalazioni alla ditta produttrice, quel braccialetto non ha protetto Tiziana Vinci dalla furia del suo ex coniuge.
La vittima si trovava a lavoro – impiegata come collaboratrice domestica presso la villa di alcuni privati – quando è stata raggiunta dall’ex marito. Una lite, l’ennesima, che...
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