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Una mini palazzina Laf nell’Amiu di Taranto: per 5 anni un lavoratore costretto a diventare «invisibile»

Una mini palazzina Laf nell’Amiu di Taranto: per 5 anni un lavoratore costretto a diventare «invisibile»

 
francesco casula

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francesco casula

Una mini palazzina Laf nell’Amiu di Taranto: per 5 anni un lavoratore costretto a diventare «invisibile»

Chiusa l'inchiesta. Sotto accusa il responsabile dell’impianto di compostaggio

Giovedì 07 Agosto 2025, 06:00

07:32

Per cinque anni è stato costretta a trascorrere la sua giornata lavorativa in una vecchia infermeria dismessa, senza corrente elettrica e senza servizi igienici. Ufficialmente era stato assegnato alla “sala pesa” dell'impianto di compostaggio di Kyma Ambiente, ma il lavoratore dell'Amiu protagonista di questa storia non è mai stato neppure formato per per svolgere quel ruolo. Stando alla denuncia e alle indagini condotte dalla procura di Taranto, infatti, tra il 2018 e il 2023 è stato minacciato e molestato dal responsabile della struttura che gli imponeva persino di non farsi vedere da nessuno. Pena il licenziamento.

Una storia come detto finita al centro di un'inchiesta giudiziaria che nelle scorse settimane si è chiusa e per la quale è finito nei guai con l'accusa di stalking proprio il responsabile della struttura. Nell'avviso di conclusione delle indagini firmato dal punbblico ministero Vittoria Petronella si legge che l'indagato avrebbe affidato al dipendente anche «mansioni totalmente inadeguate al suo già compromesso stato di salute, come quella di pulire l'intero piazzale della struttura, di dimensioni enormi (750 mq), o di giardinaggio, o di pitturazione e manutenzione edile, con l'obbligo, in presenza di avventori esterni, di nascondersi dentro l'infermeria». Insomma, stando alla sua denuncia, nessuno doveva vederlo: una sorta di invisibile in una piccola Palazzina Laf per ricordare il grande caso di mobbing nell'Ilva che il regista tarantino Michele Riondino ha poi portato al cinema.

Per gli inquirenti nei confronti del lavoratore sono stati adottati «plurimi atteggiamenti» per «esprimere ostilità» che puntavano «alla sua mortificazione ed isolamento nell'ambiente di lavoro».condotte che avrebbero causato nella vittima «un perdurante e grave malessere psichico, tanto da indurlo ad assumere ansiolitici, e fisico, consistito nell'aggravamento delle sue patologie». Ora il pubblico ministero dovrà decidere, dopo aver esaminato gli atti presentati dalla difesa, se archiviare le accuse oppure chiedere il rinvio a giudizio.

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