«Il comportamento assunto dall’indagato è connotato dalla perduranza nel tempo di atteggiamenti minacciosi, violenti o di subdola persuasione diretti a costringere e ad indurre le sue piccole vittime a subire e/o compiere atti sessuali; l’indagato ha messo in atto i suoi comportamenti in danno di due minorenni, di appena dodici e undici anni, approfittando dell’amicizia di questi con il proprio nipote.». È quanto ha scritto il gip Rita Romano nell’ordinanza con cui ha confermato il carcere per un 56enne, difeso dall’avvocato Francesco Bellocchio, arrestato con l’accusa di violenza sessuale su due minori.
Le ricostruzioni delle vittime e dei genitori, per il gip Romano «appaiono idonee a fondare un pesantissimo quadro indiziario» e per molti versi «coincidenti» nonostante i due bambini non si conoscano affatto.
Una storia venuta a galla grazie all’intuito e al coraggio di una madre che da tempo aveva notato un atteggiamento insolitamente triste del figlio. Quando poi ha guardato il suo cellulare ha scoperto delle chat con un uomo che immediatamente sono apparse inquietanti: messaggi del buongiorno con tanto di cuoricini e inviti pressanti a rispondergli. Parole che contenevano da subito un’ambiguità sconcertante: il 56enne infatti insisteva con il piccolo affinché rispondesse offrendo come contropartita la moto. Quell’uomo, non era uno sconosciuto: era lo zio di un ragazzino che suo figlio aveva frequentato, ma con cui non aveva più rapporti da qualche mese. Il 56enne portava i ragazzini a cena e poi al mare. La donna, sempre più spaventata, è tornata a parlare col figlio che questa volta ha deciso di confidare tutto l’orrore. Ha raccontato dei giri in moto durante i quali l’uomo lo ha condotto in un’area buia del quartiere e lì ha preteso che l’11enne compisse atti sessuali. L’uomo aveva inoltre costretto il bambino a registrare dei video compromettenti e poi a inviarglieli. A confermarlo ci sarebbe non solo il racconto che il piccolo ha reso prima alla madre e poi ai poliziotti della Squadra mobile, ma anche i messaggi con i quali l’uomo invitava il bambino a cancellare tutto dopo averli spediti. Tutto è finito sul tavolo del pubblico ministero Lucia Isceri che insieme con il procuratore Eugenia Pontassuglia hanno immediatamente dato il via alle indagini che lì a poco ha portato a scoprire un secondo caso di abusi. Un altro ragazzino, amico del nipote dell’uomo, infatti, ha confermato di aver subiti violenze quando il 56enne lo portava al mare insieme con altri coetanei. Un secondo racconto terrificante in cui la vittima, come detto anche lui di 11 anni, ha raccontato di aver subito violenze e quando si è ribellato ha rischiato addirittura di essere ucciso: al mare, infatti, dopo aver detto di no alle squallide richieste del 56enne, quest’ultimo lo avrebbe preso per i capelli e spinto nell’acqua fino a fargli perdere il respiro.
E così, a distanza di poche ore dalla denuncia, i poliziotti lo hanno raggiunto in un appartamento dove l’uomo si era rifugiato per sfuggire all’ira dei familiari dei bambini.