Michele Caforio, 35enne tarantino in carcere con l'accusa di omicidio di Carmelo Nigro e del tentato omicidio del figlio di quest'ultimo, «può essere a sua volta bersaglio di attività di rappresaglia ad opera delle famiglie dei soggetti coinvolti». Il rischio di un'escalation criminale dopo il conflitto a fuoco che al momento conta un morto e tre feriti, di cui uno gravissimo, è concreto. Lo scrivono nero su bianco i pubblici ministeri pm Salvatore Colella della procura ionica e Milto De Nozza dell’Antimafia di Lecce: nel decreto di fermo che ha porta in cella Caforio, infatti, i magistrati che coordinano l'inchiesta della Squadra mobile, non fanno mistero della possibilità reale che quel farwest culminato con il delitto di Nigro, possa scatenare reazioni pericolose.
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