«La Costituzione italiana non prevede la nazionalizzazione degli impianti. Lo esclude!». È il primo chiarimento che avrebbe voluto fare il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, incontrando i sindacati sull'ex Ilva di Taranto, secondo partecipanti al tavolo. Il ministro avrebbe dato disponibilità a stare al tavolo «tutto il tempo necessario».
«Abbiamo il dovere di assegnare» l’ex Ilva «il più presto possibile al soggetto che farà la proposta migliore» a qualunque sia il soggetto industriale, a capitale straniero, a capitale italiano, parzialmente straniero o italiano, pubblico, privato», aggiunge il ministro. Ma è chiaro che «senza l’autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia non si può».
L'incontro è iniziato verso le 18,15 al ministero delle Imprese e del made in Italy con i sindacati sull'ex Ilva di Taranto.
Secondo quanto si apprendere da partecipanti, oltre al ministro Urso che ha illustrato il piano di decarbonizzazione del gruppo in amministrazione straordinaria. Questo piano è la base per la possibile sottoscrizione, al tavolo convocato per domani con il governo e gli enti locali, dell’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano avrebbe chiesto una pausa al tavolo sull'ex Ilva con i sindacati al ministero delle Imprese e del made in Italy per coordinarsi con gli enti locali. È quanto si apprende da diversi partecipanti all’incontro. Domani mattina sempre al ministero è convocata una riunione che potrebbe portare - secondo l’auspicio del ministro Adolfo Urso - alla firma dell’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione ambientale e sanitaria Aia.
Baku Steel «pensava che fosse normale che fosse concesso l’approdo di una nave rigassificatrice e ha fatto un’offerta partendo dal presupposto che ci fosse». «Se non c'è, glielo dobbiamo dire» perchè altrimenti «la sua offerta non è fondata sulla realtà». Lo avrebbe detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, al tavolo con i sindacati sull'ex Ilva dove avrebbe parlato - secondo fonti presenti ai lavori - della necessità di aggiornare la gara in corso.
L’autorizzazione Aia, secondo il ministro, «è assolutamente necessaria per poter proseguire e aggiornare la gara perché avendo presentato un piano in piena decarbonizzazione che vincola l’acquirente a realizzarlo nell’arco di otto anni», l'investitore «lo deve sapere».