Sabato 06 Settembre 2025 | 11:23

Urla e spintoni agli alunni, due maestre condannate nel Tarantino. Una gridava ai bambini: «Mi avete rovinato la vita»

 
ALESSANDRA CANNETIELLO

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ALESSANDRA CANNETIELLO

Urla e spintoni agli alunni, due maestre condannate nel Tarantino

Pena (sospesa) a quattro mesi per entrambe

Giovedì 10 Luglio 2025, 18:34

18:39

Sono state condannate a 4 mesi con pena sospesa le due maestre di una scuola di infanzia della provincia di Taranto, accusate di abuso di metodi correttivi. A deciderlo è stato il giudice Laura Orlando che ha emesso il verdetto per le due imputate, assistite dagli avvocati Adriano Minetola e Gaetano Vitale.

Il magistrato ha inoltre deciso che il risarcimento nei confronti dei familiari degli alunni che si sono costituiti parte civili attraverso gli avvocati Francesco Festa e Daniele Causio, dovrà essere quantificato separatamente, in quella sede.

Le accuse mosse nei confronti delle due professioniste erano inizialmente di maltrattamenti: imputazione che è poi mutata nel reato più lieve di abuso di metodi correttivi. Secondo quanto raccontato dai familiari di 5 alunni, nel 2019, le due erano arrivate diverse volte a urlare in classe contro i piccoli alunni per richiamare la loro attenzione. A una delle imputate, in particolare, la procura aveva contestato di aver accusato senza motivo i bambini di averle rovinato la vita e di essere arrivata, nei momenti in cui perdeva la pazienza in classe, a strattonare e spintonare i minorenni.

Una storia che porta alla mente un’altra vicenda attualmente al vaglio del tribunale di Taranto che vede coinvolta un’insegnante 61enne di scuola media denunciata dai genitori di una alunna di aver maltrattato lei e i suoi compagni di classe.

I familiari della minorenne, in questo ultimo caso, avevano ripercorso le tappe che secondo loro avevano portato la figlia in uno stato di ansia, prostrazione e disagio psicologico. La bambina aveva riferito che l’insegnante non solo aveva apostrofato con frasi offensive lei e i suoi compagni, ma che a un certo punto l’aveva isolata quando aveva manifestato malessere per i comportamenti tenuti dall’insegnante.

«Oggi vi mortifico, oggi sono stronza, vi faccio vedere io come vi metto in soggezione (…) siete anche gente che pugnala alle spalle». Non solo turpiloquio, ma anche minacce ai suoi allievi se questi avessero osato riferire alle famiglie quanto accadeva in aula e interrogazioni con il limite di 3 secondi per rispondere alle domande: pena un 4 in pagella. Nelle carte dell’inchiesta si legge che l’imputata avrebbe costretto «la classe a dividersi per parteggiare per lei o per l’alunno che di volta in volta era stato sgridato o ripreso, scrivendo le loro posizioni alla lavagna».

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