Le ore delle attese e degli interrogativi. Chi vincerà, tra Piero Bitetti e Checco Tacente, la nona elezione diretta da quando è entrata in vigore (novembre 1993) la legge elettorale che ha sottratto questa scelta ai consigli comunali per darla, invece, ai cittadini-elettori? Esito incerto, vietato fare pronostici.
Di certo, per esprimere la propria preferenza c’è tempo ancora oggi ed esattamente sino alle ore 15. Poi, subito dopo, nelle 191 sezioni elettorali del capoluogo ionico inizierà lo scrutinio delle cinque schede dei referendum abrogativi su lavoro (4) e sulla cittadinanza (1) e, solo successivamente, si darà il via allo spoglio dei voti inseriti nell’urna del ballottaggio made in Taranto. E, a questo proposito, è inutile negare che, almeno nella città dei due mari, le maggiori attenzioni dell’opinione pubblica siano concentrate sull’esito della sfida per la fascia tricolore.
Dunque, chi succederà a Rinaldo Melucci? Non resta che attendere, ora non c’è altro da fare. Intanto sulla scheda (sino alle tre del pomeriggio almeno) ci saranno, in ordine così come sorteggiato dall’ufficio elettorale comunale, Francesco Tacente e Piero Bitetti. Il primo, ha accanto a sé 10 simboli di movimenti civici e partiti; il secondo, invece, 8.
E ancora, in particolare, il primo (Tacente, 26,2 per cento conseguito due settimane fa) è sostenuto dai tre partiti del centrodestra che, al primo turno, hanno appoggiato Luca Lazzaro e che poi si sono apparentati con lui (Fratelli d’Italia; Forza Italia, Noi Moderati) oltre naturalmente ai 7 movimenti che erano già suoi alleati il 25 e 26 maggio scorsi (Prima Taranto; Patto popolare; Riformisti-Socialisti; Udc-Evviva Taranto; Fortemente liberi-Tacente sindaco; Taranto popolare e Noi Taranto), per un totale appunto di 10 liste. Il secondo (Bitetti, due settimane fa, ha ottenuto il 37,3 per cento), guida invece una coalizione di centrosinistra, così composta: Pd; Con; Unire Taranto; Per Bitetti; Demos; Partito Liberal democratico-Azione; Avs; Dc), per un totale quindi, in questo caso, di 8 liste. Per la cronaca, in favore del candidato sindaco del centrosinistra, nei giorni scorsi, non è stato sancito un apparentamento formale, ma c’è stata comunque in suo favore una chiara indicazione di voto da parte dei 5S che, con Annagrazia Angolano, al primo turno, si sono piazzati al quarto posto (10,9 per cento alla candidata sindaca).
Stasera, quindi, i cittadini e le cittadine di Taranto andranno a dormire conoscendo il nome del sindaco del prossimo quinquennio che uscirà vincente dalle urne mentre per chi la spunterà, chiunque sia, dopo la prevedibile (e legittima) esultanza, non sarà esattamente una passeggiata. Appena verrà proclamato primo cittadino da parte del giudice che presiede la commissione elettorale centrale, nei prossimi giorni (tra venerdì e lunedì, prevedibilmente), infatti, dovrà cimentarsi con diversi problemi e impegnarsi su dei temi che hanno un peso non indifferente nell’opinione pubblica. Basti pensare al ruolo che il prossimo sindaco (chiunque sia) avrà per il futuro del Taranto calcio, ormai sprofondato in una palude da cui non si intravede neppure la via per risalire in superficie. Ma non solo. Sul tappeto, c’è anche la proroga del contratto per i 150 lavoratori del sistema Multiservizi (scadrà il 31 luglio) e poi c’è la madre di tutte le questioni, quella dell’ex Ilva. Naturalmente, ancor prima di tutto questo, chi vincerà la sfida elettorale dovrà poi comporre la giunta che lo affiancherà e dunque ci saranno giorni caldi, non solo dal punto di vista delle temperature ormai estive, caratterizzati da diversi incontri con i partiti e i movimenti civici della coalizione (vincente). Ma anche per questo, necessariamente, bisognerà attendere.
E allora, considerata l’oggettiva incertezza tipica di un ballottaggio, non si può non concludere con un altro interrogativo. Anzi, di fatto, con due domande in una. Chi metterà il suo nome in calce a questa nona elezione diretta? Chi, tra Piero Bitetti e Francesco Tacente, finirà negli archivi dopo: Giancarlo Cito (dicembre 1993); Mimmo De Cosmo (1996); Rossana Di Bello (2000); Rossana Di Bello (2005, poi dimessa a marzo 2006); Ezio Stefàno (2007); Ezio Stefàno (2012); Rinaldo Melucci (2017, poi caduto in anticipo a novembre 2021) e Rinaldo Melucci (2022, poi caduto in anticipo il 21 febbraio 2025)? Stasera, dopo il tramonto, si saprà.