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Massafra alle urne, i rischi da evitare

 
redazione taranto

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Massafra alle urne, i rischi da evitare

Zaccaro e la propaganda col finto ambientalismo: riflettori accesi sul volto nuovo del vecchio consociativismo

Domenica 18 Maggio 2025, 10:58

11:00

MASSAFRA - Manca poco all’apertura delle urne ma grande è l’ambiguità che contrassegna alcune liste e candidati. Oggi ci soffermiamo su Giancarla Zaccaro, ambientalista a convenienza, di fatto il volto nuovo del vecchio consociativismo.

Candidata a sindaco alla guida di una coalizione proteiforme, dove coabitano indisturbati i reduci del PD, i voltagabbana di Fratelli d’Italia e gli ex fedelissimi di Forza Italia, Giancarla Zaccaro come consigliere dell’opposizione, ha interpretato il ruolo più come una comparsa silenziosa che come una voce critica. Astensioni sospette, assenze strategiche e silenzi imbarazzanti segnano il suo percorso consiliare: si astiene su debiti fuori bilancio e sul Piano Regolatore Generale, si assenta o resta muta durante le sedute su temi cruciali come l’impianto per rifiuti pericolosi della società Itelyum Castiglia sorto a qualche centinaio di metri dal quartiere S. Oronzo.

Quando la città ha avuto bisogno di una voce forte, lei ha scelto il silenzio. Oggi, invece, la Zaccaro agita lo spettro dell’inquinamento e della morte, puntando il dito contro le presenze industriali già esistenti e quelle in fase di approvazione. Ma lo fa per distogliere l’elettorato dalle accuse di essere teleguidata dai vecchi volponi della politica nostrana, senza fornire uno straccio di prova, uno studio, un dato scientifico, una fonte tecnica indipendente.  Non è questo il modo di fare ambientalismo serio. Questo è allarmismo, puro e semplice. È strumentalizzazione del dolore e della paura, costruita su slogan e mezze verità. È campagna elettorale fatta sulla pelle dei cittadini, senza rispetto né rigore. Perché creare panico, senza documentare, non è responsabilità. È irresponsabile propaganda. Durante l’ultima consigliatura, mentre si asteneva e si assentava “ad orologeria “ accadeva che l’associazione MassafraNostra, presieduta dal marito della consigliera Zaccaro, ricevesse una pioggia di finanziamenti pubblici. Non semplici contributi, ma vere e proprie deleghe operative: ideazione, co-progettazione, gestione e allestimento.

Una candidata sindaco dovrebbe esigere rigore assoluto. E invece? Silenzio. Ma siamo fiduciosi che la campagna elettorale sia l’occasione propizia per divulgare le predette informazioni.Altro punto dolente: le commissioni consiliari. Se ne tenevano in media una trentina al mese, 30 euro a firma. Il nome della consigliera Zaccaro appare quasi sempre tra le presenze annotate o firmate, quasi mai nei verbali per proposte, interventi o pareri. E sono centinaia di verbali. Un’anomalia che merita chiarezza: si può davvero rappresentare la cittadinanza limitandosi a firmare e incassare?Zaccaro ora si candida a gestire un bilancio comunale da oltre 25 milioni di euro di spesa corrente, più un analogo importo in spese per investimenti.

Chi vuole amministrare così tanto denaro pubblico deve prima dimostrare di saper amministrare la propria responsabilità pubblica. A Massafra si recita la solita commedia. Gli slogan ambientali diventano strumenti di marketing elettorale, la paura per l’inquinamento un mezzo per guadagnare consensi. Invece serve un cambio di passo.

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