Sabato 06 Settembre 2025 | 06:01

Taranto, molestò per strada madre e figlioletta. Il perito: il 32enne senza fissa dimora è «incapace»

 
ALESSANDRA CANNETIELLO

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ALESSANDRA CANNETIELLO

Molesta adolescente, condannato

L'uomo, originario del Pakistan, il 16 ottobre scorso è stato portato in carcere dopo il linciaggio della folla intervenuta in aiuto della donna e della figlia minorenne.

Lunedì 12 Maggio 2025, 14:27

TARANTO - L’imputato non è in grado di sostenere un processo. È quanto, in estrema sintesi, ha stabilito la perizia psichiatrica accordata dal giudice Francesco Maccagnano alla difesa del 32enne senza fissa dimora originario del Pakistan che il 16 ottobre scorso è stato portato in carcere dopo il linciaggio della folla intervenuta in aiuto di una donna e della figlia minorenne.

L’avvocato Domenico Cantore che assiste l’imputato, aveva infatti condizionato la richiesta di rito abbreviato per il 32enne proprio all’esito della consulenza, le cui conclusioni sono che l’imputato non soltanto possa affrontare un processo, ma attestando anche la sua incapacità assoluta e la pericolosità sociale. Questioni sulle quali, nei prossimi giorni, dovrà esprimersi il giudice Maccagnano, decidendo quindi se chiudere il procedimento penale a carico dell’uomo.

Le accuse mosse dal pubblico ministero Francesco Sansobrino nei confronti del 32enne sono di minaccia e atti persecutori per fatti che, come detto, risalgono ad alcuni mesi fa quando gli uomini della squadra Volante erano intervenuti a causa delle numerose chiamate che segnalavano una rissa tra via Monfalcone e via Oberdan, nel pieno centro di Taranto.

L’uomo era stato accerchiato da alcuni passanti che sentendo la richiesta di aiuto di una donna, in quel momento in strada con la figlia di 4 anni, erano intervenuti in loro soccorso arrivando ad accerchiarlo e aggredirlo fisicamente.

A far scattare l’ira dei passanti erano state le molestie che da alcuni mesi il 32enne avrebbe messo in atto nei confronti della donna. Approcci pesanti, secondo il resoconto fatto della vittima agli agenti, che andavano avanti da diverso tempo, anche in presenza della figlia.

In sede di denuncia la vittima aveva infatti spiegato che da molti mesi l’imputato ogni volta che la incrociava in strada e nei pressi di un supermercato da cui era solita servirsi, si portava le mani nelle parti intime. Il 32enne aveva poi, in un’occasione, minacciato persino di far del male a lei mimando il gesto del taglio alla gola. Episodi che avevano indotto la donna a temere per se stessa e sua figlia ogni volta che usciva di casa e incrociava il 32enne.

Esasperata aveva chiesto infine l’intervento delle persone in strada: un grido di aiuto che ha rischiato di finire con conseguenze molto gravi, perché i cittadini intervenuti in sua difesa hanno reagito con estrema aggressività nei confronti dell’imputato. Per questo i poliziotti hanno dapprima sedato la folla, mettendo in sicurezza l’uomo e poi lo hanno condotto in caserma e infine arrestato. Ora la perizia chiude il procedimento penale.

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