MOTTOLA - L’anniversario della liberazione d’Italia dal nazifascismo si tinge di giallo nel piccolo comune di Mottola, nel Tarantino a causa di un “fattaccio” avvenuto durante i festeggiamenti organizzati dall’ente comunale. Un episodio che potrebbe addirittura sfociare presto in beghe giudiziarie per circa 10 cittadini, rei di aver intonato canti partigiani dopo l’inno di Mameli. «Ci hanno vietato di cantare gli inni della Resistenza» ha spiegato Sergio Maglio, il primo a rendere nota la vicenda: «Niente sbracature o incitazioni alla violenza, solo le consuete note di ogni nostro 25 aprile».
Melodie evidentemente indigeste a un carabiniere in servizio che, considerandole un eccesso rispetto alle raccomandazioni alla “sobrietà” richieste dal Governo per la morte di Papa Francesco, avrebbe intimato ai presenti di non proseguire quei canti, giustificando il suo divieto con disposizioni impartite dalla prefettura.
«È vero, c’era un invito alla sobrietà – ha aggiunto Maglio – ma questo significa che ognuno non deve oltrepassare i limiti del lecito. È illecito forse cantare canzoni storiche come “Bella Ciao” o “Fischia il Vento” che siano poco appetibili al gusto musicale del carabiniere di turno?». Con questa versione sembra essere d’accordo anche il vice sindaco Giuseppe Scriboni, autorità cittadina che quel giorno, durante i festeggiamenti, sostituiva il sindaco Giampiero Barulli out per l’influenza: «È inimmaginabile che qualcuno possa impedire di cantare una canzone. Prima che il corteo iniziasse, io stesso ho invitato i presenti a essere sobri ma non mi sarei mai sognato di vietare una cosa del genere».
Eppure a Mottola è accaduto davvero e ora, come detto, ai protagonisti della vicenda potrebbe esser contestato il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. «Abbiamo fatto ciò che andava fatto – ha chiosato Maglio – e cioè cantare dei brani che ricordano i partigiani e la Liberazione. Se questo è un reato sarei pronto a risponderne nelle sedi opportune».
Su quanto accaduto è intervenuta anche la federazione tarantina di Rifondazione Comunista: «Criminalizzare chi canta o chiede di cantare “Bella Ciao” durante le celebrazioni del 25 aprile è un vero e proprio rovesciamento del senso di quella giornata. Invitiamo tutti a una seria riflessione istituzionale e politica».