Sabato 06 Settembre 2025 | 18:38

Picchia a sangue la moglie incinta: l’aguzzino 27enne resta in carcere

 
Alessandra Cannetiello

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Alessandra Cannetiello

Picchia a sangue la moglie incinta l’aguzzino 27enne resta in carcere

Secondo il giudice «l’indagato manca di autocontrollo»

Giovedì 01 Maggio 2025, 08:56

10:03

MANDURIA - In carcere il 27enne di Francavilla Fontana, nel Brindisino, arrestato dai poliziotti domenica 27 aprile con l’accusa di lesioni e maltrattamenti ai danni della moglie incinta e madre dei suoi 5 figli, tutti minorenni. Quando gli agenti del commissariato di Manduria, guidati dalla dirigente Marinella Martina, sono arrivati nell’abitazione della coppia, hanno trovato la casa completamente distrutta, tracce di sangue della donna, ma anche ciocche di capelli che l’uomo poco prima le avrebbe strappato nell’ennesimo impeto di violenza.

È stato il giudice Elio Cicinelli, al termine dell’udienza di convalida, a confermare l’arresto dell’indagato: per il magistrato il 27enne manca di «autocontrollo» come dimostrato dal perpetrare condotte violente anche «in presenza di cinque minori, della madre della persona offesa (che anzi ha pure minacciato, quando presente) e dello stato di gravidanza quest’ultima, con il rischio di mettere in pericolo anche l’incolumità del nascituro».

A chiedere aiuto alle forze dell’ordine è stato, tuttavia, un vicino di casa che aveva sentito fortissimi rumori provenienti dal loro appartamento: non un episodio isolato, ma l’ennesimo, che stavolta ha fatto scattare nel vicino il timore che potesse accadere l’irreparabile.

Inizialmente terrorizzata, i poliziotti sono poi riusciti poco a poco a smuovere le resistenze della vittima che ha infine raccontato, con non poche difficoltà, che gli ultimi due anni di matrimonio erano stati un vero incubo. La donna ha infatti spiegato che quelle violenze fisiche e psicologiche erano costanti e che il coniuge l’aveva sottoposta spesso a scenate di gelosia e sospetti infondati che lei intrattenesse relazioni extraconiugali. Accuse a cui spesso erano seguite anche aggressioni fisiche: violenze che neanche l’intervento della madre era stato sufficiente a fermare.

Il giorno dell’arresto, in particolare, a far perdere la testa all’uomo era stata una canzone cantata dalla moglie assieme alle proprie sorelle, in occasione del suo compleanno: la parola “amante” presente nel bravo aveva mandato su tutte le furie il 27enne che a quel punto, secondo quanto emerso in denuncia, ha dato in escandescenze. Dalla sua ira non è stata travolta soltanto la moglie, presa per i capelli e ferita al volto, ma anche la madre di questa, che è stata poi minacciata - come riferito agli agenti dalla donna - con un cacciavite puntato all’addome mentre tentava impotente di fare da scudo alla figlia.

Un’ira incontrollabile che si è scatenata sotto gli occhi dei figli e che si è impressa anche su alcuni oggetti e arredi. Entrati in casa, la scena che si è presentata alle forze dell’ordine ha infine rivelato la gravità di quelle condotte: oltre alla ringhiera delle scale distrutta, i poliziotti hanno trovato diverse sedie rotte, un coltello conficcato nel tavolo con la lama completamente deformata e alcuni segni di calci sulla porta. Mentre sul pavimento erano ancora ben visibili le tracce di quelle violenze: il sangue e le ciocche di capelli della vittima.

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