Sabato 06 Settembre 2025 | 06:22

Taranto, minacciano e rapinano l’avvocato: padre 52enne e figlio 24enne rischiano il processo

 
ALESSANDRA CANNETIELLO

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ALESSANDRA CANNETIELLO

Taranto, minacciano e rapinano l’avvocato: padre52enne e figlio 24enne rischiano il processo

Nel 2022 hanno fatto irruzione nello studio dell’avvocato che per conto del tribunale aveva gestito il pignoramento e la vendita della loro abitazione

Giovedì 10 Aprile 2025, 14:41

11 Aprile 2025, 17:14

TARANTO - Rischiano di finire a processo un 52enne tarantino e il figlio 24enne, entrambi accusati di violenza privata, minaccia a pubblico ufficiale e rapina, per aver fatto irruzione nello studio dell’avvocato che per conto del tribunale aveva gestito il pignoramento e la vendita della loro abitazione. Secondo l’accusa i due imputati si erano finti inizialmente agenti delle forze dell’ordine e poi avevano minacciato di morte il professionista per costringerlo a svelare l’identità della persona che aveva vinto l’asta giudiziaria sulla loro casa. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Francesco Ciardo, nelle prossime settimane i due imputati, assistiti dall’avvocato Pasquale Blasi, dovranno comparire dinanzi al giudice delle udienze preliminari.

I fatti risalgono a novembre 2022 quando padre e figlio, residenti al quartiere Tamburi, si sono presentati sotto lo studio dell’avvocato tarantino incaricato dal giudice delle esecuzioni immobiliari di gestire le operazioni di vendita all’asta di una serie di immobili. Spacciandosi per finanzieri, per la procura tarantina, padre e figlio sono riusciti a farsi aprire le porte e una volta all’interno dello studio, per l’ignaro avvocato è cominciato un vero e proprio incubo. Stando a quanto si legge nelle carte dell’inchiesta, infatti, hanno immediatamente minacciato di ucciderlo se non avesse obbedito a quanto chiedevano: dopo averlo costretto «con la forza in un angolo del proprio studio impedendogli di uscire».

In seguito si sono impossessati del suo telefono cellulare per impedirgli di chiamare le forze dell’ordine. Infine, secondo l’accusa, lo hanno obbligato «a compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio». In sostanza lo hanno costretto ad accedere al sistema informatizzato per la gestione delle vendite giudiziarie per riuscire a ottenere il nome del soggetto che aveva presentato l’offerta migliore aggiudicandosi così l’immobile. Solo una volta ricevuta con la forza quell’informazione e dopo aver obbligato al silenzio la vittima, si sono dileguati. L’avvocato tarantino, però, dopo aver superato lo shock iniziale ha immediatamente chiamato le forze dell’ordine e denunciato l’intera vicenda.

Una vicenda che è poi finita sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica Ciardo che ha coordinato l’inchiesta che in breve tempo ha permesso di risalire all’identità dei due tarantini quali possibili responsabili.

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