TARANTO - Alla meta in ordine sparso. A 56 giorni dalle elezioni amministrative del capoluogo ionico, il quadro che emerge sinora è di assoluta incertezza e soprattutto di divisione. Nessuno schieramento, infatti, è esente da lacerazioni interne e strappi più o meno clamorosi e così la campagna elettorale più breve della storia repubblicana di Taranto è all'insegna della frammentarietà. I candidati sindaco sinora annunciati sono quattro, ma a breve si aggiungerà quello del centrodestra e poi almeno altri 2-3 espressione di movimenti civici municipali. Dunque, in totale, la corsa verso la fascia tricolore potrebbe interessare anche 8 candidati mentre le liste con gli aspiranti ad un seggio del Consiglio comunale potrebbero essere 26-28. Ma lo si saprà poi solo tra il 25 e il 26 aprile, ovvero nei giorni in cui alla segreteria generale di Palazzo di Città verranno depositate le candidature.
Il primo ad accendere i motori è stato sicuramente Mirko Di Bello, avvocato e nipote di Rossana scomparsa quattro anni fa e alla guida del Comune di Taranto dalla primavera del 2000 sino al marzo del 2006. Con lui, sotto l'insegna della coalizione denominata «Adesso», ci sono sei liste assolutamente civiche.
Subito dopo, i fari dei riflettori si sono accesi su Piero Bitetti (centrosinistra), già presidente della massima assise cittadina prima di essere sfiduciato dall'ormai disciolta maggioranza consiliare che aveva eletto al suo posto l'ex acerrimo avversario di Melucci, Luigi Abbate. Dopo il passo indietro di Mattia Giorno (Dem), Bitetti, inizialmente scelto lungo l'asse composto da Pd e dal movimento emilianista Con (di cui peraltro fa parte), ha ottenuto il via libera ufficiale da parte di tutta la coalizione progressista (oltre ai Dem e agli emilianisti, anche Europa verde, Demos, Azione e altre civiche), ad eccezione però dei Cinque Stelle. Il M5s, proprio ieri mattina, ha presentato alla stampa Annagrazia Angolano, esponente pentastellata con un passato da giornalista in una tivvù locale, non condividendo nel metodo e nel merito l'indicazione come candidato sindaco di Bitetti.
Nella serata di venerdì scorso, intanto, ha rotto gli indugi annunciando la sua disponibilità a candidarsi alla carica di primo cittadino l'avvocato Francesco Tacente, 42 anni, presidente dell'azienda di trasporto pubblico della provincia, Ctp. Con lui, in campo, ci saranno 7-8 liste. Che raccoglieranno sostanzialmente un gran numero di ex assessori ed ex consiglieri comunali che, sino al 21 febbraio scorso, hanno governato in Municipio con Rinaldo Melucci, anche se in un comunicato lo stesso Tacente ha preso le distanze dal metodo usato dall'ex primo cittadino per assumere le decisioni (scarso coinvolgimento con gli alleati e la società). L'unico partito che dovrebbe far parte del suo raggruppamento civico centrista (di fatto è un Terzo polo) dovrebbe essere il Psi che, nelle prossime ore, ufficializzerà il suo ingresso in questa coalizione. In realtà, nello schieramento, potrebbe esserci spazio anche per la lista civica “Prima Taranto” che, di fatto, rappresenterebbe la Lega. I leghisti, infatti, non dovrebbero far parte della coalizione conservatrice. Il centrodestra, dal canto suo, al momento, non ha ancora designato ufficialmente il suo candidato sindaco. Il via libera lo si avrà entro martedì, ma tutte le indicazioni conducono già a Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, fortemente voluto da Fratelli d'Italia (e sponsorizzato dal ministro Lollobrigida) che dovrebbe vincere il derby con il consigliere regionale Massimiliano Di Cuia (Forza Italia).
Infine, della partita dovrebbero esserci altri due candidati che sarebbero già impegnati nella raccolta delle firme necessarie per depositare le liste. Il riferimento è ad Alfonso Alfano (Movimento disoccupati e precari) e Mario Cito (At6).