Sabato 06 Settembre 2025 | 11:38

A Taranto inaugurata «Penelope», la mostra del MarTA sulla «donna di Omero»

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

A Taranto inaugurata «Penelope», la mostra del MarTA sulla «donna di Omero»

Opere provenienti da musei e fondazioni italiane ed estere «dialogano» con circa 40 reperti archeologici del museo

Domenica 09 Marzo 2025, 14:34

Si chiama semplicemente “Penelope” la mostra che il Museo Archeologico Nazionale MArTA dedica alla donna raccontata da Omero. Sono 50 le opere provenienti da musei e fondazioni italiane ed estere, tra pittura, archeologia, scultura, cinema, incisioni, che dialogano con circa 40 reperti archeologici del museo. Alcuni oggetti, come i piombetti da telaio, provengono proprio dai depositi e sono esposti per la prima volta.

La mostra a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, realizzata da Electa, è visitabile fino al 6 luglio, e non racconta una donna in attesa dell’eroe, ma un’eroina che usa il tempo perso come un’arma di resistenza. «Il museo – ha sottolineato Stella Falzone, direttrice del MArTA – celebra con Penelope le donne che si ribellano agli stereotipi, ai pregiudizi, ai luoghi comuni e lo fanno con le armi e gli strumenti di cui dispongono, talvolta anche solo negli spazi domestici, con sapienza, pazienza, determinazione e passione».

Il telaio è il filo conduttore del percorso espositivo, raccontato in vasi, statue e dipinti, attraverso la creta, ma anche la plastica, il legno e la vernice come nell’opera di Maria Lai.

Quella celebrata nella mostra al MArTA è una Penelope sopravvissuta a Omero e al suo Ulisse, che ha viaggiato nello spazio e nel tempo attraverso l’arte a lei dedicata. «Come tutti i miti – ha detto Franzoni – anche quello di Penelope è un mito che racconta molte cose anche all’uomo di oggi. Uno dei reperti più importanti di questa mostra è il vaso di Chiusi, dove si fissa un’immagine di Penelope che durerà nel tempo: c’è suo figlio in piedi vicino a lei seduta, con questo atteggiamento di dolore e di pianto e dietro c’è la mitica tela».

La mostra era già stata esposta al Parco archeologico del Colosseo, per poi approdare a Taranto, l’otto marzo. «Non è casuale – ha commentato Stella Falzone – il Museo archeologico nazionale di Taranto, vuole incarnare l’impegno del mondo della cultura nelle sfide contemporanee andando oltre l’innegabile rilevanza scientifica delle opere esposte, affermando una lettura di genere valida anche nel presente. Per questo nelle quattro sezioni della mostra, oltre all’iconografia che vuole Penelope ferma al suo telaio e in attesa del marito, splende la Penelope sfidante, che tiene a bada oltre cento uomini che la pretendono in sposa».

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