TARANTO - «Ti uccido a coltellate. Ti faccio a pezzi. Ti investo». C’erano anche due machete, una katana e almeno una ventina di coltelli detenuti illegalmente, nell’abitazione del 41enne tarantino che sta affrontando ora un processo con l’accusa di maltrattamenti e lesioni gravi nei confronti della sua convivente. Quando la donna, infatti, si è rivolta disperata ai carabinieri per denunciare l’incubo in cui viveva da quasi dieci anni, ha spiegato ai militari dell’Arma che nella loro casa il compagno aveva un arsenale di armi.
Sette anni di violenze fisiche e minacce, vessazioni e soprusi: è questo il quadro che il pubblico ministero Marco Colascilla Narducci ha ricostruito nei confronti dell’uomo. Attualmente ai domiciliari il 41enne, difeso dagli avvocati Andrea Albanese e Sabrina Rizzo, è accusato inoltre di detenzione illegale di armi bianche: nel procedimento la donna si è invece costituita parte civile attraverso l’avvocato Niccolò Vozza.
Un’altra storia di violenze domestiche finita ora nelle aule di tribunale che vede il tarantino imputato per numerosissimi episodi di violenza avvenuti tra il 2017 e il 2024 nei confronti della compagna.
«Sei una nullità, sei la mia rovina»: non solo insulti e offese ma anche minacce di morte, come quando, secondo l’accusa, aveva puntato un coltello contro la donna e le aveva detto «Ti ammazzo, ti faccio fuori».
Lividi, ecchimosi, ma anche una frattura alla mandibola: nei racconti dell’orrore fatti alle forze dell’ordine, la tarantina aveva rivissuto quei momenti e ricostruito in ogni dettaglio le angherie subite. In un caso l’uomo l’aveva presa a schiaffi e pugni e dopo aver tentato di strangolarla a mani nude, le aveva sbattuto con violenza la testa contro il muro. Un crescendo di aggressioni il cui epilogo si era verificato un anno prima che la donna trovasse infine il coraggio di denunciarlo: secondo la procura ad agosto del 2023 il 41enne era arrivato a colpire il volto della partner, sbattendole infine il volto sullo specchio tanto da farle sputare sangue e mandandola in ospedale con una frattura alla mandibola guaribile in un mese. Una situazione diventata insostenibile, tanto da spingerla a temere per la propria vita e convincersi alla fine, come detto, a chiedere l’aiuto delle forze dell’ordine. Dopo la denuncia è scattato immediatamente il «Codice Rosso» e dunque l’arresto del 41enne.
Nel corso della prossima udienza, fissata nelle prossime settimane, l’imputato dovrà comparire dinanzi al giudice Elio Cicinelli per sottoporsi alle domande delle parti e tentare di fornire una versione diversa dei fatti a lui contestati.