TARANTO - «Sono caduto solo per vendette e rancori e sono stato tradito da alcuni miei alleati piegati da interessi, spero confessabili». Lo scrive, in una lettera inviata ieri ai dipendenti e alle dipendenti del Comune di Taranto, l’ormai ex sindaco del capoluogo ionico, Rinaldo Melucci. Che per spiegare quanto accaduto nel suo personalissimo «venerdì nero» (21 febbraio 2025) afferma: «Le ragioni del mio defenestramento e la caduta del governo cittadino non sono da ricercare nell’ambito della buona politica o dell’azione della mia Amministrazione, ma nei beceri meandri della vendetta e del rancore consumati non attraverso un giusto e democratico dibattito per sfiduciare il sindaco, ma - si riporta testualmente - nello scenario di cospiratori e in uno stucchevole andirivieni di firme di dimissioni in studi notarili al quali per chi sa quali interessi, spero confessabili, si sono piegati anche alcuni componenti della mia maggioranza. Tradendo, di fatto, per l’ennesima volta, il mandato che il suffragio popolare aveva accordato al nostro programma elettorale».
Sono parole amare e cariche di delusione quelle dell’ex primo cittadino di Taranto, decaduto ufficialmente venerdì scorso dopo il deposito all’ufficio Protocollo del Municipio delle dimissioni di 17 consiglieri comunali, esponenti del centrosinistra e del centrodestra e a cui si sono aggiunti 2 provenienti dai banchi della stessa maggioranza (Vittorio Mele del gruppo «Democratici ionici» e Michele Patano della lista civica «Taranto Mediterranea»). Quello di venerdì scorso, infatti, è stato, come è ormai noto, un colpo di scena che ha portato alla fine anticipata dell’Amministrazione comunale, aprendo le porte a un periodo di commissariamento in attesa di nuove elezioni (anticipate). A proposito proprio oggi, al primo piano di Palazzo di Città, dovrebbe insediarsi la neocommissaria prefettizia, Giuliana Perrotta, che a sua volta dovrebbe essere poi affiancata da due sub commissari. Perrotta, prefetto in pensione, dunque, traghetterà il Municipio sino all’ormai prossima consultazione elettorale che dovrebbe tenersi tra metà maggio e la prima settimana di giugno. Tra tutte, la data dell’11 maggio sembra essere la più accreditata. Poi, il ballottaggio (molto probabile, anzi scontato visto il quadro politico frammentato) si terrà nei 15 giorni successivi.
E così, a pochi giorni dalla sua uscita di scena, Rinaldo Melucci ha voluto scrivere una lettera a tutti i dipendenti del Municipio esprimendo loro riconoscenza per il lavoro svolto insieme negli ultimi anni. Il tono della missiva è duplice: da un lato, un ringraziamento ai funzionari che hanno accompagnato la sua azione amministrativa; dall’altro, una dura critica appunto ai consiglieri che hanno interrotto il percorso intrapreso dalla giunta da lui guidata a partire dal giugno 2022. Non a caso, evidentemente, la lettera dell’ex sindaco ai dipendenti municipali si conclude così: «Esco da Palazzo di Città, non per la volontà popolare, ma per intrighi di bassa politica».
In un passaggio precedente, invece, l’ormai ex capo dell’Amministrazione comunale assicura che «abbiamo lavorato con passione e impegno per una Taranto migliore, ponendo le basi per un futuro più sostenibile e prospero. Ma chi avrebbe dovuto sostenere questo progetto ha, invece, preferito fermarlo per meri giochi di potere», scrive Melucci sempre nella lettera.
E infine, l’ex sindaco sottolinea come la sua Amministrazione abbia avviato importanti progetti strategici per la città tra cui il piano di transizione ecologica, il rilancio economico e le opere infrastrutturali. Interventi che ora, lascia intendere, lo stesso ex sindaco, rischiano di essere congelati o rallentati dal commissariamento.
A proposito ancora dell’ex sindaco di Taranto (che già nel corso del suo primo mandato era stato fatto cadere a novembre 2021), resta da vedere se l’area a lui vicina si presenterà o meno alle prossime elezioni amministrative. Nel caso in cui questo avvenisse, il Terzo polo in salsa municipale potrebbe essere davvero l’ago della bilancia al secondo turno determinando così la vittoria del centrosinistra o del centrodestra. Anche se, per dirla tutta, nel blocco politico che sino a pochi giorni fa sosteneva Melucci, c’è anche chi sogna l’exploit e di raggiungere il ballottaggio magari a svantaggio dei conservatori ma, in senso opposto, c’è però anche chi teme che il progetto possa saltare perdendo magari per strada alcuni tra gli esponenti con maggiore peso elettorale.