Sabato 06 Settembre 2025 | 12:23

Poste, accusata di aver intascato i risparmi di un’anziana nel Tarantino: scagionata

 
Alessandra Cannetiello

Reporter:

Alessandra Cannetiello

Truffe ai correntisti di Poste Italiane: le nuove tecniche dei criminali

foto d'archivio

La donna, 34 anni, difesa dall’avvocato Albanese, fu accusata di aver intascato un buono fruttifero postale oggetto di furto, del valore di quasi 15mila euro e di averlo fatto falsificando la firma della legittima proprietaria

Sabato 19 Ottobre 2024, 11:19

TARANTO - Il fatto non sussiste. Con questa formula il tribunale di Taranto ha assolto una 34enne della provincia di Taranto, impiegata di Poste Italiane, finita a processo con l’accusa di aver intascato un buono fruttifero postale oggetto di furto, del valore di quasi 15mila euro e di averlo fatto falsificando la firma della legittima proprietaria. È stato infatti il giudice Paola D’Amico, alcuni giorni fa, a far cadere le accuse a carico della donna e dichiararla innocente.

Il legale della donna, l’avvocato Egidio Albanese, nel corso del dibattimento è riuscito a smontare le accuse di ricettazione e sostituzione di persona, formulate dalla procura che, durante la requisitoria, aveva chiesto una condanna a 2 anni per la tarantina.

I fatti risalgono al 2018 quando, secondo gli inquirenti, l’imputata lavorava come operatrice di sportello in una filiale di Poste italiane e aveva ricevuto il titolo di credito rubato chiedendone il rimborso: con capitale iniziale di 2 milioni delle vecchie lire era stato emesso alla fine degli anni ‘80 e con il passare del tempo aveva maturato interessi fino a raggiungere il valore di 13mila euro.

Il buono fruttifero è un prodotto finanziario che funziona come un titolo di debito dello Stato e che consente, a chi lo possiede, di riscuotere sia la quota iniziale investita che, come detto, anche gli interessi maturati nel corso degli anni.

Secondo la procura, l’impiegata aveva falsificato la firma del titolare di quel buono e poi incassato il denaro con l’emissione di due vaglia e un prelievo contanti che aveva versato sul proprio conto corrente.

Il giudice D’Amico, però, ha ritenuto infondata la tesi dell’accusa, facendo infine cadere tutte le accuse e, come detto, dichiarando la 34enne innocente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)