Sabato 06 Settembre 2025 | 20:48

Taranto, l'ex direttrice Baldassari respinge le accuse e si sente male in aula

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, truffe e falso nel carcere: l'ex direttrice Baldassari respinge le accuse

Il dirigente Pisano ha spiegato di non aver anticipato i pagamenti né di aver chiesto l’impastatrice

Venerdì 13 Settembre 2024, 17:30

17:34

Si è sentita male durante l’interrogatorio al punto da chiamare il 118, ma ha rifiutato il trasporto in ospedale e ha continuato a fornire la sua versione dei fatti per negare le accuse mosse della procura di Taranto.

È durato un paio d’ore l’interrogatorio di garanzia di Stefania Baldassari che, accompagnata dal suo difensore l’avvocato Emidio Attavilla, è comparsa ieri mattina dinanzi al gip Gianna Martino che ha firmato nei confronti l’ordinanza di interdizione per 12 mesi dopo le accuse di truffa e falso.

L’inchiesta Pandora, coordinata prima dal pm Milto De Nozza della Dda di Lecce e poi dai pm Antonio Natale e Vittoria Petronella della procura ionica, ha portato lunedi scorso all’applicazione di diverse misure cautelari. Oltre a quella per la Baldassari, il gip Gianna Martino ha disposto anche tre arresti domiciliari nei confronti della funzionaria del carcere Barbara Panunzio, esponente del Pd ionico e candidata alle ultime elezioni politiche, e i due imprenditori Alberto Frangelli, assistito dall’avvocato Gianluca Mongelli e Vincenzo Festinante, quest’ultimo difeso dall’avvocato Egidio Albanese: questo ultimi tre sono accusati di corruzione per appalti sospetti all’interno del carcere. Frangelli, ieri mattina, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere mentre Panunzio ha respinto le accuse. Dichiarazioni che però appaiono in contraddizione con quelle fornite dall’imprenditore Festinante che al giudice ha confessato di aver versato una tranches di 500 euro rispetto ai mille che sarebbero stati chiesti.

L’ultimo a essere interrogato è stato il dirigente comunale Carmine Pisano, anche lui destinatario di una interdizione per 12 mesi con l’accusa di corruzione per aver accettato una impastatrice da un imprenditore in cambio del pagamento delle fatture. Accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Claudio Petrone, Pisano ha spiegato che dalla lettura integrale dell’intercettazione emerge che non vi sia alcuna sua richiesta e nemmeno un’offerta: quel piccolo elettrodomestico gli sarebbe stato consegnato a distanza di mesi. Pisano ha sostenuto di aver insistito più volte per pagare quello strumento, ma soprattutto che non vi è stata alcuna anticipazione del pagamento delle fatture nei confronti dell’imprenditore. Oggi saranno invece interrogati gli altri indagati.

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