TARANTO - Sette condanne e sei rinvii a giudizio. Sono le richieste avanzate dal pubblico ministero Francesco Ciardo nei confronti degli imputati che coinvolti nell’inchiesta «Golden System» sul racket e delle estorsioni nei cimiteri di Taranto e la gara sospetta che da 7 milioni di euro affidata alla cooperativa Kratos.
Al termine della requisitoria il sostituto procuratore Francesco Ciardo, nei confornti dei 7 che hanno scelto il rito abbreviato, ha chiesto di condannare alla pena più alta, 10 anni di carcere, Giuseppe Cristello ritenuto il capo del gruppo che avrebbe trasformato il cimitero di Taranto, in una «cosa loro»: Cristello, assistito dall’avvocato Pasquale Blasi e Salvatore Maggio, per l’accusa guidava l’associazione a delinquere che aveva creato nel camposanto un «clima di intimidazione costante» con atti incendiari, furti, danneggiamenti e anche aggressioni fisiche. Ma non solo. Al gruppo erano state contestate anche estorsioni continuate, peculati, truffe, appropriazioni indebite, violenze e minacce: qualunque attività compiuta nel cimitero doveva prevedere anche il «caffè» per i necrofori che oltre allo stipendio portavano così a casa circa 75 euro in media al giorno.
Il pm inoltre ha chiesto 6 anni di reclusione per Francesco Alfeo, amministratore di fatto della cooperativa Kratos e difeso dall’avvocato Michele Rossetti, che secondo la procura avrebbe pagato una «mazzetta» al dipendente comunale Tiziano Scialpi segretario della commissione che ha affidato l’appalto alla cooperativa Kratos. La stessa pena avanzata anche per Antonio Sansone, Valter Pernisco, Giuseppe Ligorio, Cataldo Forte (difeso dall’avvocata Patrizia Boccuni) e Francesco Piccinno, necrofori che secondo gli investigatori avevano fatto parte dell’associazione.
Per tutti gli altri imputati, il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio: rischiano così di finire a processo Michele Matichecchia, ex comandante della Polizia Locale assistito dall’avvocato Ciro Buccoliero, la funzionaria comunale Barbara Galeone difesa dall’avvocato Salvatore Maggio, il dipendente comunale Tiziano Scialpi difeso dall’avvocato Andrea Silvestre, l’amministratrice della Kratos Filomena Clarissa Francisco anche lei assistita dall’avvocato Michele Rossetti, e l’ex direttore dei cimiteri in pensione, Vito Giannini assistito dall’avvocato Rino Levato. Infine rischia il processo il dirigente comunale ed ex segretario generale del comune Carmine Pisano difeso dall’avvocato Claudio Petrone: Pisano nei giorni scorsi è stato coinvolti anche nell’inchiesta sugli appalti truccati nel carcere ionico e per l’accusa di corruzione il gip Gianna Martino ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dall’incarico per un anno.
L’operazione “Golden System” della Squadra Mobile, guidata all’epoca dal vice questore Fulvio Manco e coordinata dai pm Ciardo e Maria Grazia Anastasia, aveva portato alla luce l’attività intimidatoria all’interno del cimitero. Un gruppo criminale, secondo gli investigatori, che aveva sotto ricatto non solo vertici societari, funzionari comunali ma anche dipendenti delle onoranze funebri, artigiani e società che gestivano le cappelle cimiteriali. A tutti era richiesta il pagamento di denaro per eseguire tumulazioni, riesumazioni e qualunque altra attività tra San Brunone e il cimitero di Talsano.
Nello stesso fascicolo d’inchiesta era poi venuta a galla la gara d’appalto del 2021 affidata dalla Kratos. È di turbativa d’asta infatti l’accusa a carico dei dirigenti comunali: secondo gli inquirenti, in commissione erano stati fatti alcuni aggiustamenti ai punteggi assegnati in sede di offerta tecnica, per favorire la Kratos a discapito delle altre due società partecipanti. In particolare alla Galeone, come presidente della commissione era stata intercettata mentre avvicinava Filomena Clarisa Francisco, amministratrice della cooperativa, chiederle, prima dell’apertura delle buste con l’offerta economica, la percentuale di ribasso rispetto alla base d’asta.