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«L’antenna va rimossa»: il Tar bacchetta il Comune di Massafra

 
«L’antenna va rimossa»:  il Tar bacchetta il Comune di Massafra

La sentenza cancella il silenzio assenso dell’amministrazione. E alla vicenda non è stata data la pubblicità disposta dalla legge per informare la comunità

Domenica 14 Luglio 2024, 13:55

MASSAFRA - Vittoria su tutti i fronti dei cittadini di Massafra Il Tar di Lecce - 2^ Sezione ha accolto in toto il ricorso proposto da due cittadini contro il Comune di Massafra e il colosso della telefonia mobile Iliad Italia Spa per l’installazione di una stazione radio base per telefonia mobile su un terrazzo di via Pola. Quindi annullata l’autorizzazione rilasciata (per silenzio assenso) in favore di Iliad, annullato ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale che abbia contribuito alla formazione del titolo autorizzativo e alla realizzazione dell’impianto.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, quindi, ha condannato la pubblica amministrazione all’adozione di ogni misura opportuna compresa la rimozione dell’impianto: il Tar inoltre ha riconosciuto che l’istanza di autorizzazione all’installazione dell’antenna non sia stata sottoposta alla pubblicità imposta dalla legge. Insomma si doveva garantire ai cittadini la possibilità di capire che cosa si stava facendo, ma per i giudici così non è stato. «Nel Comune di Massafra - affermano i consiglieri comunali di opposizione Domenico Santoro, Teresa Errico e Antonio Miola - il confronto preliminare con i cittadini è sempre carente; confronto che avrebbe potuto condurre il procedimento verso un esito differente specie in merito alla localizzazione dell’impianto».

Un confronto che gli stessi consiglieri Santoro, Errico, Miola avevano tentato di instaurare nel Consiglio comunale del 3 aprile scorso tra i tanti cittadini intervenuti e l’Amministrazione comunale a seguito di una interrogazione presentata dagli stessi consiglieri evidenziando che non era stata data la giusta pubblicità prescritta dalla legge, così come del rilascio del titolo richiesto e dell’inizio dei lavori e solamente a cose fatte i cittadini avevano scoperto che l’istanza era stata presentata dalla società di telefonia e l’autorizzazione si era dunque formata per “silenzio-assenso”.

I consiglieri, nell’occasione, avevano richiesto che le istanze aventi ad oggetto l’installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici dovessero essere preventivamente pubblicizzate a cura dello “sportello locale”, all’evidente scopo di sensibilizzare la popolazione coinvolta e di consentire la partecipazione degli interessati al processo decisionale relativo alla localizzazione della nuova infrastruttura. Gli stessi consiglieri, che nell’occasione avevano depositato la bozza di “Regolamento comunale per l’insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telefonia mobile e per telecomunicazioni radiotelevisive e minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi magnetici” attualmente al vaglio della Commissione Affari generali, avevano escluso l’idoneità della sola pubblicazione all’albo pretorio a soddisfare il requisito della pubblicizzazione dell’istanza «poiché non ne garantisce la conoscibilità all’esterno degli uffici comunali, non agevola l’individuazione del procedimento pendente e la consultazione degli atti».

Nella fattispecie in esame l’amministrazione comunale «non ha informato la popolazione locale circa la proposizione dell’istanza relativa all’impianto per cui è causa, neppure mediante semplice pubblicazione all’albo pretorio modalità che, comunque, aderendo all’attuale orientamento giurisprudenziale, non sarebbe stata sufficiente a garantirne un’idonea pubblicizzazione».

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