BARI - Ripristinare integralmente «l’impianto Sottoprodotti, incluso l’impianto Debenzolaggio nelle more della conclusione, prevedibilmente non immediata, del procedimento di Riesame con valenza di rinnovo» dell’Aia. Lo chiede L’Arpa Puglia che ha pubblicato il riscontro sull’andamento delle concentrazioni di benzene in atmosfera rilevate dalle centraline di qualità dell’aria a partire dal 2019 con le prescrizioni sugli impianti dell’ex Ilva di Taranto e sulle fasi di lavorazione dello stabilimento per contenere l’impatto della sostanza inquinante.
Il documento è stato inviato dal direttore generale Vito Bruno ai ministeri dell’Ambiente, della Salute, alla Commissione di istruttoria dell’Aia, alle istituzioni locali e ai commissari di AdI e di Ilva in amministrazione straordinaria. In sostanza, come scrive il direttore Bruno, a seguito degli approfondimenti svolti da Ispra e Arpa circa l’aumento delle concentrazioni di benzene rilevate dalle centraline della qualità dell’aria prossime ed interne allo stabilimento siderurgico, dopo i quali è stato richiesto “di considerare gli esiti di tali specifici controlli ed ispezioni nell’istruttoria in corso per il riesame con valenza di rinnovo dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale), si chiede, nel caso, di indicare gli eventuali impianti e/o le fasi che necessiterebbero di misure integrative rispetto a quelle già presenti nell’Aia”, si trasmettono le valutazioni di nostra competenza».
Le relazioni predisposte a seguito dell’analisi dei dati acquisiti nel corso delle 3 campagne di monitoraggio del benzene effettuate da aprile a settembre 2023 presso le aree Cokeria e Sottoprodotti, convergono nell’individuare le stesse individuate come «una rilevante sorgente emissiva di benzene».
I tecnici dell’Arpa che firmano il documento, tra cui il direttore scientifico Vincenzo Campanaro, sono arrivati alla conclusione che «alla data odierna, l’impianto Sottoprodotti di Acciaierie d’Italia risulta privo delle sottosezioni Denaftalinaggio e Debenzolaggio, entrambe originariamente presenti presso lo stabilimento di Taranto. Le due porzioni d’impianto - prosegue la relazione -, erano destinate, come la stessa denominazione indica, alla raccolta dei composti organici naftalene e benzene. Il gestore, con domanda di Aia presentata a febbraio 2023 ha inteso - scrive ancora Arpa Puglia -, proporre il ripristino del solo impianto di Denaftalinaggio. Lo stesso gestore riferisce di “ulteriori interventi intrapresi” in seguito alle prescrizioni in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, da parte dello Spesal dell’Asl. Il Debenzolaggio - si legge ancora nella relazione -, in quanto componente di base di un impianto Sottoprodotti, per sua definizione è destinato alla raccolta ed al trattamento del gas Coke grezzo, da cui devono essere estratti sottoprodotti, che sono anche commerciabili, come il catrame, l’olio leggero (costituito principalmente da benzene, toluene, xilene), lo zolfo, e l’ammoniaca». La relazione indica e descrive le tecniche utilizzabili per il recupero del benzene. E infine specifica che «il mancato trattamento completo del gas coke grezzo prima dell’utilizzo come combustibile è certamente foriero di corrosione delle tubazioni e degli impianti, e di emissioni in atmosfera».
L’Arpa ha anche invitato il Mase «a valutare l’adozione delle misure necessarie, compresa l’imposizione del fermo produttivo della cokeria, prima che essa sia dotata di tutte le sottosezioni impiantistiche destinate alla depurazione (lavaggio) del gas coke delle sue componenti organiche, incluso il benzene».
Se è vero che nei primi mesi del 2024 le emissioni di benzene dall'ex Ilva sono calate, resta necessario ripristinare i due impianti smantellati perché l’emergenza possa rientrare del tutto. Le emissioni, nel 2023 hanno raggiunto proporzioni preoccupanti con ben 155 picchi. Il benzene è un inquinante cancerogeno che può avere effetti terribili soprattutto sui bambini e l'esposizione a quei picchi, nonostante la media rimanga nei limiti di legge, non può escludere danni alla salute. Affinché i valori ritornino a quelli precedenti al 2019 è necessario che la fabbrica ripristini due impianti che negli anni sono stati smantellati: si tratta dell'impianto di Denaftalinaggio e Debenzolaggio. E infatti i dati raccontano che dai 2 picchi del 2019 si è poi passati a 84 picchi nel 2020, ma nel 2021 il valore è sceso a 50 picchi per raddoppiare fino a 106 nel 2022. L'anno scorso, il numero di picchi è salito ancora fino a 155: 118 sono quelli registrati nei soli primi sei mesi del 2023. Significativo il mese di febbraio dello scorso anno in cui i picchi sono stati ben 34.