Sabato 06 Settembre 2025 | 18:36

Racket al Cimitero di Taranto, chiusa l’inchiesta

 
Francesco Casula

Reporter:

Francesco Casula

Racket al Cimitero di Taranto, chiusa l’inchiesta

Indagati in 14 tra necrofori e dirigenti comunali. Nel mirino la gara per l’affidamento dei servizi cimiteriali del 2021 alla Kratos che per i pm era disegnata «su misura»

Giovedì 04 Aprile 2024, 10:35

TARANTO - Si è chiusa con 14 indagati l'inchiesta «Golden System» sul racket del caro estinto che ha portato in carcere alcuni necrofori dei cimiteri di Taranto e sotto accusa imprenditori, funzionari e dirigenti comunali.

Le indagini della Squadra Mobile, guidata all'epoca dal vice questore Fulvio Manco sotto il coordinamento dei pubblici ministeri Maria Grazia Anastasia e Francesco Ciardo, hanno portato alla luce una vera e propria attività intimidatoria che, grazie alla vicinanza con esponenti di spicco della criminalità tarantina, avrebbe permesso al gruppo guidato da Giuseppe Cristello di rendere il cimitero San Brunone di Taranto una «cosa loro». Una «parassitaria attività criminale» quella che sarebbe stata portata avanti per anni e smantellata con l’arresto di otto persone: oltre a Cristello, unico indagato finito in carcere e difeso dall’avvocato Pasquale Blasi, i poliziotti hanno arrestato alla fine di dicembre 2023 altri quattro necrofori ai domiciliari: il 55enne Antonio Sansone, il 60enne Cataldo Forte difeso dall’avvocato Patrizia Boccuni, il 58enne Giuseppe Ligorio e il 50enne Valter Pernisco. Tutti devono rispondere di associazione a delinquere per aver creato «clima di intimidazione costante» attraverso incendi, furti, danneggiamenti e anche aggressioni fisiche. Ma non solo: al gruppo vengono contestate anche estorsioni continuate, peculati, truffe, appropriazioni indebite, violenze e minacce. Qualunque attività compiuta nel cimitero doveva prevedere anche il «caffè» per i necrofori che oltre allo stipendio portavano così a casa circa 75 euro in media al giorno.

«Un'attività intimidatoria dei necrofori – si legge negli atti dell'inchiesta - non solo nei confronti degli stessi vertici societari e indirettamente anche dei funzionari comunali ma anche nei confronti dei dipendenti delle onoranze funebri, degli artigiani, dei rappresentanti delle società che gestiscono le cappelle cimiteriali». Una storia che tutti sapevano, ma nessuno denunciava: segnalazioni, esposti, telefonate sono giunte al Comune di Taranto, ma stando a quanto si legge negli atti dell’inchiesta, nemmeno una nota sarebbe stata poi inviata alla procura della Repubblica.

Ma sotto la lente degli inquirenti è finita anche la gara d’appalto per l’affidamento dei servizi cimiteriali affidata nel 2021 proprio alla Kratos: un appalto da 7 milioni di euro ritagliato su misura secondo la procura che ha messo sotto accusa il dipendente comunale Tiziano Scialpi, difeso dall'avvocato Andrea Silvestre, l’ex direttore dei cimiteri in pensione dal 2016 Vito Giannini, assistito dall'avvocato Rino Levato, e gli amministratori della Kratos Francesco Alfeo e Filomena Clarisa Francisco, difesi dall'avvocato Michele Rossetti. Nel registro degli indagati sono finiti anche la funzionaria comunale Barbara Galeone, difesa dall'avvocato Salvatore Maggio, il comandante della Polizia Locale Michele Matichecchia, assistito dall'avvocato Ciro Buccoliero, e infine l'ex dg del Comune, Carmine Pisano, difeso dall'avvocato Claudio Petrone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)