BARI - Una avance non gradita, un rifiuto netto ed ecco che per una donna si spalanca una spirale di atti persecutori, minacce, intrusioni digitali chiusa infine da una sentenza della Cassazione. Un anno e sei mesi (pena sospesa) per un uomo di Manduria, Paolo De Vizzi. Una persona nota, sub disabile che detiene ancora oggi il record assoluto al mondo di immersione in profondità. La vittima, Patrizia C. romana, lo aveva conosciuto proprio in una community di sub, il suo hobby. «Un incubo durato quasi sette anni - racconta oggi Patrizia - sul quale la giustizia solo due settimane fa ha finalmente messo la parola fine. Una situazione che mai avrei pensato di vivere da parte di una persona che credevo un amico, un uomo che stimavo e che ho aiutato». Patrizia vive a Roma, ha un marito e due figli: mentre parla si prende alcune pause, come a riprendere fiato.
«Sentire la propria vita in mano ad un estraneo, che la usa contro di te per farti del male, solo perché gli hai detto “no”, è un atto di violenza che segna. Ti senti violata nell'intimo». De Vizzi? «Una persona che sfida i propri limiti e che appare come positiva e di sprone agli altri – spiega la donna -. Quando nel 2016 decise di tentare di stabilire il record immergendosi nel mare di Santa Caterina a Nardò, io ero lì a supportarlo. È stato ospite a casa mia, conosceva mio marito, i miei figli...».
Ma De Vizzi va oltre l'amicizia, o meglio ci prova. Patrizia rifiuta e da quel momento inizia l’incubo. «Non si ferma al mio rifiuto. Riesce a craccare il mio account Google, viola le password e si appropria di gran parte della mia vita...