TARANTO - Sono quattro gli avvocati finiti sotto accusa per la bufera sulla elezioni di gennaio 2023 per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine di Taranto.
Il pubblico ministero Francesco Sansobrino nei giorni scorsi ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini contestando a quattro membri della commissione elettorale l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio.
Per tre di loro l’accusa è di non aver dichiarato la situazione di conflitto di interessi in cui si trovavano per via di rapporti personali e professionali con alcuni candidati e di aver proceduto alla dichiarazione di incandidabilità di sette colleghi che facevano sostanzialmente riferimento allo schieramento avversario. Gli esclusi fecero poi ricorso al Consiglio Nazionale Forense che accolse la loro tesi dichiarando legittima la loro candidatura, ma al termine delle elezioni quei sette nomi furono dichiarati ineleggibili dalla stessa commissione: la seconda accusa rivolta dal pm Sansobrino, questa volta a tutti i quattro indagati, è di aver ignorato nuovamente lo stato di conflitto di interesse in cui si trovavano e con il loro voto votato di aver illegittimamente dichiarato ineleggibili i colleghi.
I quattro avvocati finiti sotto inchiesta avranno ora 20 giorni di tempo per chiedere, attraverso i loro difensori, di chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive e fornire così la loro versione dei fatti: toccherà poi al pm Sansobrino valutare quele dichiarazioni e decidere se archiviare le accuse oppure chiedere il rinvio a giudizio.