TARANTO - Codice degli appalti (quello nuovo ovviamente). È stato questo lo scoglio su cui si è infranto il progetto per la realizzazione delle due nuove piscine olimpioniche a Taranto. Lo studio di fattibilità tecnica ed economica avrebbe dovuto essere aggiornato al nuovo Testo unico (se così lo si può definire) da qualche mese regola ormai il sistema dei contratti e degli appalti pubblici. Questo, però, non è avvenuto. E così, venerdì scorso, quando il commissario Ferrarese si è sentito rispondere che per aggiornare il tutto sarebbero stati necessari almeno due - tre mesi, ha preferito voltare pagina e ricercare una soluzione alternativa. Dunque, in seno alla Conferenza di servizi c’era un progetto anche se ancora allo stadio preliminare.
La sottolineatura sembra necessaria visto che era quasi passato il messaggio che non ci fosse nulla da esaminare, da valutare. Del resto, questo sarebbe stato tecnicamente impossibile nel senso che se viene indetta la Conferenza (dei servizi), ovviamente, c’è una proposta su cui discutere e su cui tutti gli enti interessati devono esprimere un loro parere. E così, del resto, stava accadendo. Ma, per dirla tutta, il cronoprogramma che era stato stilato e consegnato a Ferrarese aveva fissato al 30 ottobre lo «stop» dei lavori della Conferenza. Tutto questo, come volevasi dimostrare, non è avvenuto e il calendario è così giunto inesorabile sino alla fine di novembre. E se già per il commissario governativo si era arrivati fuori tempo massimo, figurarsi poi quando gli è stato detto (così riferiscono trasversalmente alcune fonti) che ci volevano altri 90 giorni per tagliare il traguardo e avere così tra le mani un progetto rivisto e aggiornato al nuovo Codice.
Per questo, il commissario nella sua qualità di presidente del Comitato organizzatore locale ha preso la sua strada cercando, anzi ricercando, un’alternativa. Che è stata autorizzata, il verbo è improprio ma serve per far comprendere bene l’evoluzione degli ultimi accadimenti, dapprima dalla Federazione italiana nuoto e successivamente dal Coni. Il prossimo 9 dicembre, invece, a Tirana, in Albania, toccherà al Comitato internazionale (Cijm) mettere il sigillo sull’intuizione del commissario. Già, ma di cosa si tratta? Vale, a questo punto, la pena ricordarla. L’imprenditore scelto dal Governo Meloni, in particolare, punta a realizzare un impianto ovvero uno Stadio del nuoto non più totalmente coperto. Anzi, Ferrarese immagina una struttura scoperta o coperta solo con una tensostruttura che copra in qualche modo la parte più alta dello stadio. In questo modo, dunque, la copertura delle piscine verrebbe rinviata e poi ultimata in una fase successiva magari a Giochi finiti. Ma questo, per la cronaca, solo e soltanto nel caso in cui il Governo accendesse sotto la forma dei decreti attuativi il classico «semaforo verde».
Infine, come già riportato dalla «Gazzetta», nei prossimi giorni la struttura commissariale e l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) sottoscriveranno un protocollo d’intesa per assicurare agli appalti e alle assegnazioni la maggiore trasparenza possibile.