TARANTO - «Tu di qua non esci viva». È la frase pronunciata da un 32enne di Grottaglie verso la sua ex fidanzata 29enne durante un pomeriggio in cui l'avrebbe sequestrata e torturata per ora e solo l'intervento del padre dell'aguzzino l'avrebbe salvata da un destino terribile. È stata la stessa vittima a raccontarlo ieri mattina nell'aula dinanzi al giudice Pompeo Carriere che sta celebrando il processo con rito abbreviato. Un «brutale e crudele pestaggio» lo aveva definito il pm Francesco Ciardo negli atti dell'inchiesta aperta su i fatti del 17 aprile scorso che la vittima ieri ha ripercorso confermando la ricostruzione fatta dai poliziotti del Commissariato di Grottaglie.
Quel giorno, all’apice dell’ennesima lite, il 32enne ha iniziato spingendo la fidanzata e facendola cadere e poi colpendola con schiaffi, calci e pugni su di lei. Poi l’ha legata a una sedia e le ha infilato una maglia in bocca mentre continuava a colpirla con pugni e ceffoni. Una violenza senza fine: il 32enne l’ha obbligata a stendersi sul letto a pancia in giù, le ha stretto i polsi e le caviglie «facendo passare - si legge nell’atto d’accusa - la corda tra entrambe le legature dietro la schiena in modo da mantenere tutti gli arti in tiro» e infine l’ha picchiata ancora con pugni e calci e poi addirittura l’ha colpita sulla schiena con il telaio della sedia a cui l’aveva bloccata poco prima.
Azioni che secondo il pm Ciardo configurano anche il reato di tortura: il magistrato parla infatti di «condotte violente» eseguite «brutalmente e con crudeltà, incurante della sofferenze e dei lamenti» della compagna. Condotte che hanno provocato non solo ferite in diverse parti del corpo – tra cui il cranio, il volto, gli arti inferiori e superiori e la schiena – ma anche «un verificabile trauma psichico» a causa del «trattamento inumano e degradante».
Dopo l'avvio del procedimento penale, l'avvocato Diego Maggi, che per conto della donna si è costituito parte civile, ha chiesto un risarcimento di 100mila euro nei confronti del 32enne assistito dagli avvocati Rosario Orlando e Maira Palombella.
Anche l'imputato ieri mattina ha preso la parola: ha sostanzialmente ammesso le accuse che gli sono state mosse, ma ha provato a ridimensionare e dare la sua versione dei fatti rispetto ad alcuni passaggi della vicenda. In particolare ha chiarito che in passato non si erano mai verificati episodi di quella violenza: la stessa vittima ha confermato che in passato anche se le gli insulti verbali erano una costante, solo una volta il 32enne l'aveva spinta.
Nella prossima udienza è fissata la requisitoria del pm Ciardo e poi la parola passerà all'avvocato Maggi per la parte civile e infine agli avvocati Orlando e Palombella per la difesa. A quel punto arriverà il verdetto del giudice.