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Tocca ancora al Comune di Taranto pagare gli stipendi ai dipendenti Amiu

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Tocca ancora al Comune di Taranto pagare gli stipendi ai dipendenti Amiu

Il Municipio attua il potere sostitutivo per superare il nodo Inps, ma le casse si svuotano

Venerdì 03 Novembre 2023, 13:25

TARANTO - Di nuovo. Per la seconda volta consecutiva, da quel che risulta alla Gazzetta, l’Amministrazione comunale pagherà direttamente gli stipendi ai dipendenti dell’Amiu o Kyma Ambiente che dir si voglia. E lo farà, in applicazione di quanto disposto dal Codice degli appalti, che consente alla cosiddetta stazione appaltante (ovvero al Comune di Taranto) di sostituirsi alla società concessionaria di un determinato servizio pubblico in caso di inadempienze che impediscano la regolare corresponsione delle retribuzioni mensili. E in questo caso, verrebbe da ribadire anche in questo caso, il Municipio deve attuare il potere sostitutivo per superare l’ostacolo rappresentato dal Durc. Acronimo che sta per Documento unico di regolarità contributiva.

In realtà, quello dell’azienda partecipata del Comune di Taranto che si occupa della raccolta dei fiuti non è negativo, ma è (da mesi) sotto osservazioni. In particolare, secondo altre indiscrezioni, proprio nelle ultime ore, l’istituto previdenziale avrebbe persino fatto sapere che la somma da versare (da parte della stessa Amiu) sarebbe molto contenuta e, pare, non superiore a qualche decina di migliaia di euro. Il problema, dunque, sarebbe superabile o almeno in via di superamento. Resta il fatto che, per il secondo mese consecutivo, il Comune di Taranto (socio unico di Kyma Ambiente) ha corrisposto gli stipendi al posto dell’Amiu per un importo che oscillerebbe intorno ai 650mila euro.

Sin qui, in linea teorica, poco male. I lavoratori stanno ricevendo, in queste ore, legittimamente le loro retribuzioni e, alla fine, (almeno a loro) poco importa che a versare i soldi sui conti correnti sia l’Amiu o il Municipio. In realtà, non è proprio così per quel che riguarda il bilancio del Comune, ma tornando all’Amiu una situazione simile (ripetuta peraltro) comporta dei contraccolpi anche alla società d’igiene urbana. Quali?

Per legge, con l’eccezione del trasferimento delle somme dovute per gli stipendi, un ente pubblico non può assegnare risorse finanziarie ad un’azienda non perfettamente in regola con il Durc. E allora, sino a quando non si sbloccherà la questione Inps, il Comune di Taranto bloccherà la restante parte della quota mensile prevista nell’ambito dell’attuale contratto di servizio pari a circa 2,5 milioni di euro mensili. Ma non solo. Gli uffici comunali avrebbero acceso il «semaforo arancione» anche alla metà della somma che il Comune garantirà all’azienda per un pagamento Iva ormai datato che non avrebbe dovuto essere in carico alla società. Si tratta complessivamente di 1,3 milioni di euro, ma la metà appunto (650mila euro) avrebbe dovuto finire nelle casse di Kyma Ambiente già in queste settimane.

Lunedì prossimo, intanto, anzi infine, ci sarà un confronto tra l’azienda presieduta da Mancarelli e i sindacati sui 57 licenziamenti annunciati dalla presidenza o meglio dall’azienda partecipata.

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