PALAGIANO - Inquinanti cancerogeni ad “elevatissima concentrazione” nei terreni dovuti agli scarichi abusivi di una stazione di servizio. È quanto hanno accertato i carabinieri del Corpo Forestale nel corso di un'inchiesta che ha portato al sequestro senza facoltà d'uso del distributore di carburanti Q8 sulla strada statale 106 in località “Conca d'oro” nel territorio di Palagiano. È stato il giudice Benedetto Ruberto su richiesta del pubblico ministero Francesco Ciardo a firmare il decreto di sequestro: nel provvedimento si legge che gli scarichi abusivi della stazione di servizio, sia quelli di uso domestico provenienti dal bar e dai servizi igienici che si trova nel distributore, sia quelli piovani che arrivano dal grande piazzale, hanno contaminato non solo la falda, ma anche le colture circostanti. Le analisi condotte anche dai tecnici di Arpa Puglia hanno infatti permesso di accertare l'inquinamento da patogeni di origine fecale e da derivati degli idrocarburi all'interno dei terreni di un privato cittadino che ha sporto la denuncia dando il via alle attività investigative. «In particolare – si legge nel provvedimento del magistrato - sono stati prelevati due campioni di terreno, uno dei pressi del muro di confine con la stazione di servizio e uno all’interno del terreno agricolo, a circa 100 metri di distanza dal confine» e dalle analisi è emerso che «gli idrocarburi pesanti presenti nel primo campione sono risultati pari a 271 mg/kg, a fronte di un valore limite tabellare di 50 mg/kg» mentre «nel secondo campione i valori erano ampiamente nella norma, essendo inferiori a 5 mg/kg» e «il valore dello Zinco nel primo campione è risultato pari a 1139 mg/kg, a fronte di un valore limite tabellare di 150 mg/kg» mentre «nel secondo campione il valore era pure nella norma, essendo pari a 45 mg/kg».
Gli investigatori dell'Arma e i tecnici nominati dal pm Ciardo hanno inoltre appurato dall’analisi della documentazione dei gestori del distributore e di quella acquisita negli uffici della Provincia di Taranto e del comune di Palagiano, che «negli ultimi vent’anni non era mai stata rilasciata alcuna autorizzazione allo scarico di acque meteoriche» a nome del gestore, ma a nome della società proprietaria della stazione di servizio «esisteva un’autorizzazione risalente al 2006 e scaduta nel 2010» dato che «l’impianto sarebbe stato chiuso sino al 2017».
Sono tre le persone finite nel registro degli indagati, tra i quali Fahdel Alfaraj, amministratore delegato della “Kuwait Petroleum Italia spa” proprietaria del distributore. Il gestore, difeso dall'avvocato Nicola Cervellera, era inoltre in possesso di una istanza di Autorizzazione Unica Ambientale, presentata al comune di Palagiano nel 2017 che presentava un timbro dell'Ente Locale, ma quel documento non è mai stato rinvenuto negli archivi del comune ed è comunque privo di numero di protocollo.
Secondo il giudice, quindi, «l’attività svolta nella stazione di servizio Q8, condotta in assenza di autorizzazione agli scarichi, ha abusivamente cagionato, attraverso gli scarichi delle acque reflue industriali, una compromissione e un deterioramento significativi del suolo» su cui «sono infatti presenti, in elevatissima concentrazione, elementi inquinanti e notoriamente cancerogeni quali idrocarburi pesanti e zinco»: un'attività che ha provocato una contaminazione del terreno agricolo con effetti deleteri per i proprietari che non potranno neanche utilizzare l’acqua della falda per l’abitazione che si trova all'interno del fondo.