TARANTO - Artlab Eyeland è il progetto che sta trasformato la Città Vecchia nell’isola delle arti. Un organismo vivo che, fino al 31 di luglio, si lascerà modificare da artisti nazionali e internazionali e dagli abitanti del borgo antico in una sorta di laboratorio permanente. Ieri sono state inaugurate due nuove mostre realizzate dall’associazione culturale PhEST, promotrice dell’evento, anche grazie alla partnership con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Le mostre, ospitate proprio nella Caserma Rossarol sede dell’Università, saranno gratuite e visitabili dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20.
La prima mostra, curata da PhEST, è incentrata sul dramma delle donne ucraine rifugiate che hanno accettato di raccontarsi attraverso immagini e interviste. St. Javelin è il nome di una Santa nata in guerra, ispirata al missile Javelin mandato in Ucraina in sostegno della resistenza, diventata il simbolo di una Madonna protettrice. Proprio il paradosso di una madre che tiene in mano un’arma, la morte invece della vita, una dicotomia che ha avvicinato Julia Krahn alle donne ucraine.
La seconda mostra, “Nino Migliori: Prime Luci”, è la manifestazione tangibile di una corrente fotografica che ha colto in modo magistrale la realtà circostante trasformandola in sperimentazione concettuale. Immagini che, nel cuore della città vecchia di Taranto, raccontano un tempo lontano che in foto appare assai vicino e palpabile.
Nino Migliori è stato da sempre un fotografo che amava andare oltre gli schemi e la tecnica, dedicando la sua vita alla sperimentazione inseguendo la luce. Un giovane uomo di 96 anni che ha preferito avere un dialogo costante con i Circoli fotografici del suo tempo. Ma ha anche frequentato il salotto di Peggy Guggenheim, la donna che dalla sua prima galleria a Londra ha dato il via alla trasformazione dell’arte del dopoguerra. Curatore della mostra di Migliori, Raimondo Musolino del Circolo Fotografico Il Castello. «Questo progetto di condivisione tra il circolo Il Castello e EyeLand – afferma Musolino - rappresenta un buon modo per far conoscere le varie forme di fotografia. Per la prima volta portiamo in città una mostra di quello che ritengo il più grande sperimentatore in ambito fotografico. La mostra ‘Nino Migliori: prime luci’ farà conoscere attraverso 55 scatti, il primo periodo del maestro, quello più legato al neorealismo, evidenziando i molteplici aspetti della sua opera, affinché si accentui la curiosità sull’uomo, sull’artista e sui segni più veri della sua creatività».