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Avetrana: fucilato dai nazisti nel 1944, cerca la dignità della memoria

 
Cosimo Lanzo

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Cosimo Lanzo

Avetrana: fucilato dai nazisti nel 1944, cerca la dignità della memoria

Una vecchia foto del partigiano Pietro Mazzei

Pietro Mazzei partì per fare il postino a Bologna. Aiutò i partigiani della brigata Santa Justa ma le SS lo uccisero a Sasso Marconi

Martedì 25 Aprile 2023, 14:24

AVETRANA - Fucilato dalle SS perché partigiano ma non ancora inserito tra i caduti. Pietro Mazzei non riesce ancora a mettere tutti d’accordo ad Avetrana a quasi ottant’anni dalla sua morte, avvenuta per mano dei paramilitari tedeschi nel novembre 1944 a soli 34 anni a Sasso Marconi, alle porte di Bologna. Mazzei faceva parte della nona brigata partigiana Santa Justa, a cui aveva aderito pochi mesi prima di morire e che operava nei dintorni del capoluogo emiliano. Il partigiano Mazzei si ritrovò in Emilia perché fu assunto dalle Poste - il padre era il direttore della filiale di Avetrana dell’epoca - e nel settembre del ‘43 fu trasferito come portalettere nella città di Forlimpopoli, attuale provincia di Forlì-Cesena. Mazzei risiedeva però a Manzolino, frazione di Castelfranco Emilia, zona calda della lotta partigiana, dove nella notte del 14 novembre del ‘44 le SS effettuarono un rastrellamento. Secondo alcuni testimoni Mazzei fu accusato di far parte dei partigiani del luogo, così fu deportato dai tedeschi e scomparve nel nulla.

Il suo corpo fu ritrovato due anni dopo insieme ad altre sei persone in una fossa comune e fu riconosciuto dalla moglie Licia anche grazie agli abiti eleganti e la pipa d’ordinanza che il partigiano era solito usare. La morte del partigiano però è caduta nell’oblio per quasi settant’anni, quando nel 2012 è stato Rino Giangrande, attuale presidente onorario dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) di Avetrana a rispolverare la sua storia.

Sebbene in altre città d’Italia ci sia una valorizzazione del sacrificio dei caduti dedicando loro strade, piazze e monumenti, ad Avetrana l’Associazione combattenti e reduci (Ancr) non ha inserito Pietro Mazzei tra i nomi della lapide dedicata ai caduti nella lotta della liberazione dal nazifascimo. «Non mi sono mai spiegato il perché di questo rifiuto. Credo perché fosse partigiano, quindi una pura ragione ideologica - spiega Giangrande -. Secondo il decreto legge numero 93 del 1946 i partigiani sono equiparati alle forze armate e io credo che la festa del 25 aprile sia una festa anche di Mazzei, che ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà e per questo oggi vorrei aggiungere simbolicamente con un nastro il suo nome nella lista dei caduti».

Per Rino Giangrande Mazzei avrebbe quindi tutto il diritto di essere lì «perché è stato riconosciuto dallo Stato italiano nella sua lista dei caduti (consultabile online, ndr) e l’Ancr non ha nessun diritto di veto su quella lapide, che è di proprietà del comune». Dei familiari abbiamo sentito Carlo Mazzei, cugino di Pietro: «Sarebbe giusto ed è auspicabile che il suo nome venga inserito sul monumento ai caduti». La questione passa così in mano al sindaco Antonio Iazzi ma nel frattempo come ogni 25 aprile Pietro Mazzei e gli oltre 54mila partigiani caduti saranno celebrati per la loro fondamentale lotta di liberazione, nome sulla lapide a parte.

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