TARANTO - E’ rientrato a Taranto, per far parte della collezione permanente del museo archeologico MArTA, il gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene', scavato clandestinamente in un’area archeologica della zona negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti dove è stato acquistato dal 'The Paul Getty Museum' di Malibu (Los Angeles). La presentazione del prezioso reperto, databile alla fine del IV secolo a.C., è avvenuta alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del direttore generale Musei, Massimo Osanna, e del comandante dei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc), generale Vincenzo Molinese.
Il gruppo scultoreo in terracotta, considerato un capolavoro unico dell’arte greca, è stato riportato in Italia nel settembre scorso grazie a un’operazione condotta dai carabinieri del Tpc, coordinati dalla Procura di Taranto, insieme al New York county district attorney's office (Dao).
Il gruppo scultoreo raffigura Orfeo, il mitico cantore che con la sua voce poteva domare persino Cerbero, il feroce cane degli inferi; e due Sirene, spaventosi esseri mitologici dalla voce così incantevole da far impazzire i marinai che passavano accanto a loro. Secondo il mito, Orfeo avrebbe sconfitto le Sirene durante il viaggio di ritorno degli Argonauti, nei pressi di un’isola della Sicilia o dell’Italia del Sud.
«L'apertura al pubblico del nuovo percorso espositivo del MArTA, che include il restituito complesso scultoreo di 'Orfeo e le Sirene insieme ad altre opere recuperate, segna una data importante per Taranto e per i suoi cittadini che, finalmente, si appropriano di un pezzo importante della loro storia, cultura e identità. Viene sanata una ferita aperta della comunità che aveva subìto non solo il trafugamento di quest’opera ma, anche, la sua vendita ed esportazione illegale». Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo al museo archeologico MArTA di Taranto alla cerimonia di presentazione del rientro a Taranto del gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene, scavato clandestinamente in un’area archeologica del Tarantino negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti.
Il ministro ha poi ringraziato «la Procura di Taranto che ha coordinato la complessa attività investigativa, in collaborazione con le autorità statunitensi». «Il comando Tutela patrimonio culturale dell’arma dei carabinieri anche questa volta - ha evidenziato - s'è distinto per il lavoro prezioso ed insostituibile che svolge quotidianamente in ogni parte del mondo per assicurare il ritorno in Italia di pezzi del patrimonio culturale nazionale illegalmente sottratti alla collettività».
Tra le «centinaia di opere - ha detto il direttore generale Musei, Massimo Osanna - che il reparto operativo Tpc ha riportato dagli Stati Uniti tra il 2021 e il 2022, si segnala una serie di importanti ceramiche greche, italiote e etrusche, nonché di terrecotte votive e architettoniche pertinenti a diverse culture dell’Italia centrale e meridionale preromana. Dopo una preliminare esposizione nel museo dell’Arte salvata, il gruppo 'Orfeo e le Sirene torna ora a casa, nel museo di Taranto, dal cui territorio il gruppo fu scavato clandestinamente negli anni '70 del secolo scorso. Una grande festa per la città e per le comunità del territorio cui viene restituito un pezzo prezioso del patrimonio saccheggiato».
LE PAROLE DEL MINISTRO
«Questo gruppo scultoreo è la bellezza. Rappresenti questa giornata di oggi un punto d’inizio teso a sviluppare le grandi potenzialità culturali della città di Taranto». Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo al museo archeologico MArTA di Taranto alla cerimonia di presentazione del gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene, scavato clandestinamente in un’area archeologica della zona negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti d’America e acquistato dal 'The Paul Getty Museum' di Malibu (Los Angeles-Usa). Il prezioso reperto è rientrato in Italia nel settembre scorso e ora è messo a disposizione della collezione permanente del museo tarantino.
«Mi viene in mente - ha aggiunto il ministro - Giovambattista Vico quando parla di Idem sentire comune, l’insieme di quegli elementi che creano la storia, l’identità, l’essere di un popolo e di una nazione. Ripercorrendo le sale di questo splendido museo che ritengo sia uno dei più importanti musei archeologici d’Italia e forse europei, noi tocchiamo con mano l’identità di questa terra e ne cogliamo anche le potenzialità di sviluppo in termini culturali. L’ho detto più volte: nei decenni che verranno le persone che vorranno viaggiare, conoscere, imparare, apprendere, anche in tarda età, saranno sempre di più e noi dobbiamo predisporci in tal senso».
Il ministro ha poi aggiunto che «Taranto deve essere una capitale culturale del Mediterraneo perché questa è la sua grande vocazione, ed essere una capitale culturale non significa fare una contemplazione museale, significa creare posti di lavoro, sviluppo, occupazione, reddito. Con il presidente della Regione Michele Emiliano e il sindaco Rinaldo Melucci stiamo lavorando in tal senso».
LE DICHIARAZIONI DI EMILIANO
«Ringrazio il ministro Sangiuliano per la sua presenza qui, i carabinieri del nucleo di Tutela del patrimonio culturale che hanno fatto un lavoro straordinario, guidati dal generale Molinese che è un pugliese ed è una persona che ha molto a cuore il recupero delle opere d’arte trafugate in Italia, e in particolare in Puglia. Soprattutto colgo come un segnale molto positivo quello che ha detto il ministro con il riferimento a fare di Taranto la capitale della cultura del Mediterraneo. I Giochi del Mediterraneo, che ci stanno facendo tribolare, sono una pietra miliare per arrivare a questo obiettivo, collegando Taranto alle grandi capitali del Mediterraneo».
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano partecipando questa mattina al museo archeologi MArTA di Taranto, alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla presentazione del rientro del gruppo scultoreo di 'Orfeo e le Sirene', scavato clandestinamente in un’area archeologica del Tarantino negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti. «Questo piano - ha proseguito Emiliano - lo abbiamo in testa da molti anni e speriamo di riuscire a realizzarlo rapidamente, con la collaborazione di ministri come Sangiuliano».
Le opere sono collocate, in maniera definitiva, nel nuovo allestimento del MArTA. Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti tra gli altri, il generale Vincenzo Molinese, comandante del reparto carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, il direttore generale Musei Massimo Osanna, il procuratore della Repubblica di Taranto Eugenia Pontassuglia, e il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
IL COMMENTO DI MELUCCI
«Con l’acquisizione ufficiale del gruppo scultoreo di 'Orfeo e le Sirene il nostro MArTa arricchisce il suo catalogo di un pezzo unico al mondo. Recuperata dopo una brillante operazione del reparto operativo Tutela patrimonio culturale dei carabinieri, coordinato dalla Procura ionica, quest’opera ci offre la grande opportunità di raccontare ancora il cambiamento di Taranto, che non è e non sarà mai più la città dell’Ilva». Lo afferma il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci, a margine della cerimonia di presentazione del rientro nel capoluogo ionico del gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene, scavato clandestinamente in un’area archeologica della zona negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti. «Siamo - aggiunge Melucci - e saremo la città dell’arte, del mare, della resilienza, aspirazione che 'Orfeo e le Sirene rappresentano con una potenza enorme, come solo il mito sa fare. E non è casuale che tutto ciò accada nella settimana più appassionata per Taranto, la settimana dei riti, il momento di maggior condivisione identitaria per la nostra comunità».
Molinese, su Orfeo e le sirene indagini complesse
«Operazioni come quella che ha consentito di far rientrare in Italia questa preziosa opera sono indagini complesse che a volte devono tornare indietro nel tempo. Lo scavo clandestino dal quale poi si è potuto ricostruire il traffico che ha portato al recupero di 'Orfeo e le Sirene' è degli anni Settanta. Immaginate quanto tempo è trascorso e quanto sia complesso ricostruire certi passaggi dopo tempo». Lo ha dichiarato il comandante dei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc), generale Vincenzo Molinese, intervenendo alla cerimonia di presentazione del rientro a Taranto del gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene', scavato clandestinamente in un’area archeologica della zona negli anni Settanta e successivamente esportato illecitamente negli Stati Uniti.
«Le indagini vive - ha aggiunto - che sono state svolte in seguito, sono indagini che si sono potute avvalere di metodi classici a cui abbiniamo un supporto tecnologico imparagonabile nel mondo. Abbiamo la fortuna di gestire in maniera esclusiva la banca dati del ministero della Cultura dove sono censite otto milioni di opere d’arte, con documentazione fotografica, un milione e mezzo delle quali sono da ricercare. E’ un esempio non all’avanguardia nel mondo, unico al mondo e ci consente di individuare, grazie ai sistemi telematici, i beni culturali che poi appuriamo essere stati trafugati nel nostro Paese».
Questo, ha affermato il generale, «è un lavoro che svolgiamo con passione assieme a tanti altri rappresentanti dello Stato che amano la bellezza della nostra storia e identità culturale. Le difficoltà non sono poche. L’identità culturale della città dei due mari si arricchisce di un’ulteriore e meravigliosa testimonianza della sua storia millenaria. L’obiettivo delle donne e degli uomini dei carabinieri Tutela patrimonio culturale è stato raggiunto: il lungo viaggio di Orfeo si conclude con il suo ritorno a casa».