TARANTO - Un detenuto si è suicidato nella notte nella Casa Circondariale di Taranto. Lo riferiscono il segretario regionale della UIL PA PP Puglia, Stefano Caporizzi, e il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria. L'uomo è stato trovato impiccato nella sua stanza, aveva 50 anni e una posizione giuridica definitiva: era ristretto nel padiglione sanitario.
La notizia arriva a poche ore da quella dell’evasione del boss foggiano da Nuoro: «considerato che in Sardegna c’è una percentuale di detenuti/agenti di 0,87 mentre nella nostra regione e di 0,48 (quasi la metà), con Taranto che scende addirittura a 0,36». L'uomo aveva già presentato problemi psichiatrici e già in precedenza si era procurato una serie di ferite sul corpo, autolesionandosi.
«Nel mese di settembre del 2022 il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha presentato degli esposti presso la procura della repubblica di Taranto evidenziando sia le responsabilità dell’amministrazione penitenziaria per i gravi eventi critici avvenuti nel penitenziario del capoluogo Jonico, sia per la grave carenza nell’assistenza dei detenuti con problemi psichiatrici da parte della competente autorità sanitaria».
«La drammatica notizia del suicidio del detenuto che arriva dal carcere di Taranto evidenzia, ancora una volta, i gravi problemi gestionali ed organizzativi della struttura tra carenza di organico e assistenza sanitaria ai detenuti. Questa situazione non è più tollerabile». Cosi il deputato tarantino Giovanni Maiorano, componente della IV Commissione Difesa della Camera e vice coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, commentando la notizia del detenuto di 50 anni che si è tolto la vita nella carcere di Taranto, impiccandosi nella sua cella.
«Lo stato in cui versa la casa circondariale tarantina - aggiunge Maiorano - è davvero allarmante e, in assenza di interventi concreti, rischia di diventare davvero esplosiva. Sono necessarie azioni immediate per contrastare le significative disfunzioni che si riflettono, purtroppo, sulle condizioni di detenzione dei detenuti oltre che sulla sicurezza e sulla operatività dei poliziotti penitenziari che, nonostante la grave insufficienza di personale, portano avanti il proprio lavoro con grande professionalità». Dopo aver «messo a conoscenza, attraverso un’interrogazione parlamentare il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, delle difficoltà - conclude l’esponente di Fratelli d’Italia - presenti nel carcere di Taranto, cercherò di sollecitare un tempestivo intervento per ridare dignità agli agenti della polizia penitenziaria e, allo stesso tempo, rispondere in maniera adeguata ai bisogni di salute dei detenuti».















