TARANTO - Palazzo Troilo, parte il cantiere per la riqualificazione dello storico immobile. Il sindaco Rinaldo Melucci, accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici Mattia Giorno e dal direttore dei lavori, l’ingegner Domenico Mancini, ha visitato il cantiere appena aperto di Palazzo Troilo, una perla architettonica che cela suggestivi ipogei e antichi affreschi, in parte ancora intatti.
«Questo cantiere, con un investimento di circa 5 milioni di euro - spiega il primo cittadino - si unisce a quello di Palazzo Novelune, inaugurato circa un mese fa sempre nell’ambito del “Piano Isola Madre”: siamo felici di aver dato il via a questo altro intervento nel cuore della Città Vecchia, come promesso, entro la fine dell’anno. La riqualificazione di Palazzo Troilo è un’opera strategica, di gran valore per il nostro centro storico: diventerà un hub culturale e sarà uno spazio multiforme dedicato all'arte e alla conoscenza, volano per la crescita di tutta la città».
Intanto per la riqualificazione di piazza Fontana, la giunta approva il progetto definitivo. Dopo un iter partecipato, e in previsione della conferenza di servizi propedeutica all’avvio dei lavori previsto nel 2023, la giunta guidata dal sindaco Rinaldo Melucci ha approvato il progetto definitivo per la riqualificazione di piazza Fontana proposto dalla direzione Lavori pubblici.
La piazza sarà recuperata con un intervento di circa 1 milione di euro, per dare lustro all’opera artistica dello scultore tarantino Nicola Carrino, almeno così si assicura in una nota stampa diffusa dall’Amministrazione comunale di Taranto. «Siamo contenti di aver raggiungo uno degli step finali della progettazione - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Mattia Giorno - per lavorare all’avvio definitivo del cantiere. Una città esiste solo se viene raccontata. E una città si racconta con le parole, con i libri, ma anche con le pietre, i monumenti, le opere d’arte. Così come Alessandro Leogrande ha usato la penna, Carrino ha operato con l’arte. E la sua opera parla di Taranto e della sua anima, raccontata alla perfezione dalla fontana, anzi dalla piazza nel suo complesso».
L’opera di Carrino è una chiave che apre Taranto come città duale, terra di storia (le pietre) e di lavoro (l’acciaio), terra di due mari, terra in bilico tra due destini. Un racconto che si proietta in avanti e ci spinge ancor più a compiere una scelta: non passato contro presente, ma accettazione di una identità doppia tra passato e proiezione verso il futuro. È il lavoro che l’Amministrazione sta compiendo per trasformare Taranto partendo proprio dalla Città Vecchia», conclude l’esponente della giunta Melucci.