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Taranto, il «Re-think» punta sulla Blue Economy con un forum dedicato al sistema porto

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

Taranto, il «Re-think» punta sulla Blue Economy con un forum dedicato al sistema porto

Carbone (Yilport): gli scali più importanti svolgeranno un ruolo fondamentale di hub energetico

Giovedì 06 Ottobre 2022, 11:12

La Blue economy, declinata, sopratutto, al golfo e al porto di Taranto, è stata la protagonista del terzo e ultimo giorno di Re-think, il forum sull’economia circolare che è stato ospitato dal dipartimento Jonico dell’Università degli studi di Bari. La sessione di ieri mattina è stata moderata dal vice direttore della «Gazzetta» Mimmo Mazza.

«Quello che storicamente è accaduto nell’utilizzare i porti come piattaforme logistiche per l’efficientamento della movimentazione e lo stoccaggio delle merci, sta avvenendo, sopratutto nei porti più evoluti nel Nord Europa, per l’efficientamento, lo stoccaggio e la produzione di energia» afferma Carlo Carbone, vice presidente di Yilport, a margine del suo intervento al forum. «È abbastanza plausibile - spiega - che i porti più importanti, oltre a svolgere un ruolo di hub logistico, svolgeranno in alcuni casi un ruolo fondamentale di hub energetico. Il primo esempio visibile e tangibile è il parco eolico del porto di Taranto. Tutta la programmazione inerente i fondi del Pnrr a supporto di energia rinnovabile ed efficientamento energetico, vedrà alcune infrastrutture chiave del Paese, quindi alcuni porti, quali elementi fondamentali di sviluppo economico per il bene del Paese».

Carbone dal Re-think di Taranto ha anche raccontato del contratto di accordo siglato da Yilport con Mecitalia, polo logistico di Ferrovie dello Stato. «Il molo polisettoriale - precisa - ha cinque linee ferroviarie direttamente collegate con la Rete Ferroviaria Italiana. Questo consente ad una merce che arriva dal Canale di Suez di essere portata via treno in centro Europa risparmiando circa cinque o sei giorni nei tempi di consegna». Secondo Carbone, il porto di Taranto merita molto di più di quanto è stato fatto negli ultimi anni, «l’azienda sta investendo decine di milioni - afferma - ha in progetto di continuare gli investimenti e rafforzare tutta l’infrastruttura che serve per servire i clienti in maniera efficiente, pensiamo di fare di Taranto un grande competitor dei porti del Mediterraneo e crediamo che tra non molto se ne vedranno i frutti». Progetti sul porto di Taranto di cui si occupa anche Faros, un acceleratore per startup nell’ambito della Blue Economy, con l’obiettivo di selezionare startup che attraverso modelli di business innovativi e tecnologici hanno un impatto positivo all’interno di tutto il modo dell’economia blu. «Durante questo primo anno, abbiamo sostenuto - spiega Benedetta Caputi di Faros - sette progetti differenti tra cui un dispositivo per la wave energy, energia dal moto ondoso. Si tratta di un progetto pilota realizzato con l’autorità del sistema portuale, da posizionare all’interno del Golfo di Taranto, per vedere quali sono i risultati, anche in termini di energia generata». Il progetto Jonian del Cnr invece mira ad innovare tutto il sistema produttivo della mitilicoltura tarantina. Si tratta di un progetto molto articolato che va dai materiali con cui i semi delle cozze vengono allevati, alla biodiversità del mare che le accoglie, per arrivare allo smaltimento del guscio. «Tutto - ha raccontato Giovanni Fanelli del Cnr - mira ad aumentare la redditività di queste imprese, rendendole sostenibili dal punto di vista ambientale sono tanti piccoli tasselli che tutti insieme devono puntare alla valorizzazione di questa attività tradizionale per Taranto».

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