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Continua la protesta dei tir a Taranto, i distributori sono a secco

 
Redazione online (foto Todaro)

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Continua la protesta dei tir a Taranto, i distributori sono a secco

La protesta degli autotrasportatori a Taranto

Da cinque giorni gli autotrasportatori aderenti all’Usb bloccano l'accesso dei mezzi dalla raffineria Eni. I manifestanti: «Esclusi dalla parte dell’appalto riassegnato alla ditta ligure G e A»

Lunedì 05 Settembre 2022, 15:38

15:58

Molti distributori di carburanti di Taranto sono rimasti a secco a causa della protesta degli autotrasportatori aderenti all’Usb che da cinque giorni presidiano i varchi della raffineria Eni bloccando l’accesso dei mezzi. I manifestanti lamentano di essere stati esclusi dalla parte dell’appalto che nel luglio scorso è stato riassegnato alla ditta ligure G e A. Quest’ultima ha precisato che all’indotto locale è garantito almeno il 50 per cento del servizio, ma gli autotrasportatori in agitazione sono usciti dal consorzio CTCT (Consorzio Trasporti Carburanti Taranto) con cui è stato rinnovato il rapporto di sub-vezione.

L’Usb annuncia in una nota che il presidio permanente organizzato di fronte al varco 2 della raffineria Eni di Taranto «prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G e A e l'organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica». I mezzi sono fermi, aggiunge l’Unione sindacale di base, «nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza. Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento».

Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto, spiega che «proprio per evitare quello che sta accadendo, la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio. Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni e a mettere la cittadinanza contro i protagonisti della manifestazione».

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