«Il ciclo di contaminazione dei mitili nel primo seno del Mar Piccolo da 11 anni a questa parte è rimasto inalterato. È quello che emerge dalla documentazione dell’attività di monitoraggio che è stata discussa nella riunione del 20 gennaio scorso, a cui hanno partecipato il Comune di Taranto, l’assessore regionale all’Agricoltura, Asl, Arpa e Capitaneria di porto». Lo ha rivelato il prefetto Demetrio Martino, commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto, nel corso dell’audizione in videoconferenza dinanzi alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in merito allo stato dell’arte delle bonifiche. Il problema, ha aggiunto, «deriva dalla condizione dell’intero Mar Piccolo. Il movimento delle correnti delle acque, avvantaggiato dalla composizione dei fondali, lascia particelle nell’acqua che si spostano e vengono filtrate dalle cozze, soprattutto nelle fase adulta. Il prodotto diventa quindi pericoloso per il consumo umano».
Il prefetto ha ottenuto la proroga dell’incarico fino al primo ottobre 2023 in ragione della sopravvenuta modifica della norma che ora prevede un mandato triennale (con possibilità di ulteriore proroga fino al 31 dicembre). La struttura di supporto sarà composta da un dirigente e cinque funzionari.
In relazione alla bonifica del Mar Piccolo, Martino ha detto che si sta verificando «con Ispra un intervento se non risolutivo almeno che possa mitigare il problema dei mitilicoltori». L’obiettivo, ha proseguito, «è vedere se in merito alla contaminazione che riguarda l’intero perimetro del primo seno, 8 chilometri quadrati, è possibile trovare modalità e risorse per realizzare un intervento che abbia però come pregiudiziale il miglioramento ambientale sia per i mitilicoltori che per l’intero ecosistema».
Non manca, ha assicurato il commissario, «l’impegno per eliminare gli abusivi. Nel 2021 le forze dell’ordine hanno sequestrato e distrutto 50 tonnellate di mitili non legali. Tra gli interventi affidati al Comune per il recupero di marine litter c’è l’indicazione della rimozione degli impianti abusivi, poi puntiamo a razionalizzare lo specchio acqueo e sono in stretto contatto commissario straordinario del Comune affinchè si renda operativo il piano coste».
Il prefetto ha annunciato che i mitilicoltori che allevano i mitili nel primo seno fino al 28 febbraio di ogni anno, data ultima consentita prima del trasferimento, «avranno la concessione anche nel secondo seno. Bisognerà fare chiarezza perchè c’è chi acquista il prodotto da altre parti d’Europa per poi immergerlo nel secondo senso ma non ha nessun legame con il brand della cozza tarantina».
Rispondendo a una domanda dei membri della Commissione in merito alla compatibilità delle attività portuali, il prefetto ha sostenuto che «se si vuole privilegiare l’acquacoltura bisognerebbe vietare altri usi» e ha ricordato che «il progetto per il molo turistico presso la banchina torpediniere partirà quando saranno fatti i lavori di adeguamento della base navale». Il deputato di Alternativa, Giovanni Vianello, ha fatto rilevare che «è previsto per legge che il Mar Piccolo diventi un’Area Marina Protetta dove sarà quindi possibile coniugare la tutela ambientale e le attività di mitilicoltura, eppure durante l’audizione del prefetto è emersa l’incertezza sulla futura destinazione del mare interno di Taranto. Mi chiedo se all’interno del TIP (Tavolo istituzionale permanente) qualcuno tra amministrazione centrale, regionale ed enti locali sappia di questa disposizione di legge prima di avanzare proposte discutibili».
Vianello ha sottolineato che «le preziose attività di mitilicoltura non sono compatibili con le attività portuali, visto anche lo stato di contaminazione dei sedimenti dell’area 170 ettari che inevitabilmente verranno rimessi in circolo dal moto ondoso provocato dalle navi: i soggetti politici che partecipano al TIP cosa stanno pensando di realizzare visto che sono stati tutti d’accordo a riprogrammare gli interventi di bonifica?».
Nel corso dell’audizione si è parlato anche dell’Osservatorio Galene, organismo che fu istituito dall’ex commissario Vera Corbelli per occuparsi della valorizzazione e sostenibilità del sistema Mar Piccolo. Martino ha puntualizzato che il presidente, Leonardo Giangrande, aveva manifestato l’intenzione di dimettersi. Tuttavia, «per statuto, il presidente non può dimettersi con una nota ma deve riunire l’Osservatorio e proporre le dimissioni per poi nominare eventualmente un nuovo presidente, cosa che al momento non è stata fatta».
Per Vianello, «il sabotaggio dell’osservatorio Galene, unico luogo dove cittadini, imprese e Stato dovevano pianificare, che di fatto non è stato più messo in condizione di funzionare, ci rivela che probabilmente gli appetiti sul Mar Piccolo stiano crescendo al di là dei confini comunali».