TARANTO - Avrebbe ricevuto la somma di 10mila come compenso per la sua mediazione illecita con gli uffici comunali di Taranto Luciano Santoro, ex segretario del Pd ionico ora indagato nell’inchiesta della Procura di Napoli che ha travolto tra gli altri anche il salernitano Nicola Oddati, commissario provinciale dei dem di Taranto fino a ieri: le sue dimissioni, infatti, sono giunte poco dopo la diffusione della notizia sulla stampa del coinvolgimento nell’inchiesta.
Sono complessivamente 12 le persone iscritte nel registro degli indagati: oltre a Oddati e Santoro, nell’elenco spuntano i nomi del sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliola e del segretario provinciale del Pd di Reggio Calabria Sebastiano Romeo. Tra i vari appalti finiti sotto la lente degli investigatori campani, c’è anche quello per i lavori di ristrutturazione di Palazzo Carducci, nella città vecchia di Taranto. Associazione a delinquere e turbativa d’asta sono le accuse mosse dai magistrati campani che nei giorni scorsi hanno inviato finanzieri e poliziotti a perquisire l’abitazione tarantina di Santoro. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe provato a «pilotare» la gara da 4,5 milioni di euro, stanziati dal Comune per trasformare l’edificio a pochi metri dal Museo Diocesano e la cattedrale di Taranto, in un contenitore culturale: un tentativo che secondo i magistrati napoletani sarebbe avvenuto attraverso gli interventi che Santoro avrebbe offerto a Oddati e all’impresa riconducibile all’amico di vecchia data Salvatore Musella. Attraverso il suo legale, però, Musella ha fatto sapere che non avrebbe vinto nessuna delle gare contestate dalla procura e quindi neppure quella di Taranto. Come raccontato nei giorni scorsi dalla «Gazzetta», infatti, la gara è stata provvisoriamente affidata a una società di Acquaviva delle Fonti: al momento il Comune è alle prese con la verifica dei requisiti amministrativi della ditta a cui seguirà la pubblicazione della determina di aggiudicazione definitiva dell’appalto. Solo a quel punto sarà firmato il contratto tra l’ente ionico e l’impresa appaltatrice che darà il via ai lavori.
Nicola Oddati, come detto, si è dimesso dal ruolo a Taranto che i vertici del Pd nazionale gli avevano affidato nel luglio 2020 dopo le dimissioni dell’allora segretario Gianpiero Mancarelli che fu nominato presidente della società partecipata all’igiene urbana. Santoro, invece, è da tempo uno dei principali esponenti di punta del Partito Democratico e in passato aveva già ricoperto per un breve periodo il ruolo di segretario. Dopo la nomina di Oddati, proprio a Santoro era stato affidato il ruolo di tesoriere del partito e poi, su proposta di Oddati, era diventato anche il candidato come nuovo segretario provinciale, creando però divisioni nella base ionica.
L’inchiesta partita da Pozzuoli, secondo gli investigatori, svela come le mire dell’imprenditore campano Musella, avrebbero provato a valicare i confini regionali arrivando fino in Puglia. Una conquista che l’imprenditore avrebbe tentato contando sull’amicizia e sulle relazioni costruite nel tempo proprio da Oddati. A questi, in cambio sarebbero arrivati «4.000 euro oltre – si legge nelle 44 pagine del decreto di perquisizione – ad altre somme, pernottamenti al Terminus, abiti sartoriali e la ristrutturazione di una casa» per una persona amica del politico che avrebbe «sfruttato le sue relazioni con pubblici ufficiali come fiduciario di Musella al fine di accreditarne l’aspettativa e l’interesse all’acquisizione di appalti pubblici».