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Ex Ilva, i genitori Tarantini scrivono a Mattarella: «Sia garante della salute»

 
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Mitta, «Genitori Tarantini»: «Al Governo manca il coraggio»

È l'appello che l’associazione «Genitori Tarantini» rivolge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella attraverso una lettera aperta in cui si cita l’ultimo Rapporto del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu

Mercoledì 23 Marzo 2022, 17:28

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TARANTO - «Le chiediamo di fermare le assurde e inaccettabili manovre di questo Governo che, al pari dei precedenti, continua a voler favorire la produzione di acciaio per mezzo del carbone, già chiusa definitivamente a Genova (2005) e a Trieste (2020), a scapito della salute umana, della salubrità ambientale, della biodiversità e del clima». E' l'appello che l’associazione «Genitori Tarantini» rivolge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella attraverso una lettera aperta in cui si cita l’ultimo Rapporto del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu (12 gennaio 2022) che inserisce Taranto tra le cosiddette «zone di sacrificio» e si sottolinea che «l'acciaieria Ilva di Taranto, in Italia, da decenni compromette la salute delle persone e viola i diritti umani scaricando enormi volumi di inquinamento atmosferico tossico». Il movimento di genitori evidenzia «l'intenzione del Governo, attraverso un nuovo stanziamento di 150 milioni di euro (da distrarre dalla somma che il Tribunale di Milano ha assegnato esclusivamente per le bonifiche), di aumentare la produzione altamente inquinante dello stabilimento tarantino che, ricordiamo, è il solo a produrre ancora con carbone e minerale di ferro». "Non vogliamo più - osservano gli attivisti dell’associazione - pagare per questo; non vogliamo più essere le vittime di una zona di sacrificio che offende la dignità umana; non vogliamo più veder soffrire e morire i nostri figli. Non vogliamo più soffrire per un ingiustificabile razzismo ambientale che ci pone, come tarantini, ad un livello inferiore rispetto agli altri italiani. Non vogliamo più tutto questo, se questa nazione - conclude la lettera aperta al presidente Mattarella - è ancora una Repubblica democratica».

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